NOTIZIARIO

ANNO XII - NUMERO 35
2° SEMESTRE 2004


LA METEORITE DI RENAZZO
di Matteo Chinellato (2001)

Sulla meteorite di Renazzo non si hanno molte notizie, vista la scarsa documentazione disponibile. Io personalmente ho trovato scarse notizie sulla caduta - un manoscritto dell'epoca - ma ora grazie al libro scritto dal Dott. Cevolani del CNR di Bologna sulla meteorite di Renazzo, si può avere una documentazione più consistente. La cronistoria dell'evento si trova nell'archivio storico della città di Cento (Ferrara) nella regione dell'Emilia Romagna, ed è stata scritta il 16 Gennaio 1824 da Francesco Lenzi.

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Figura 1 - Il manoscritto di Francesco Lenzi che narra i fatti accaduti.

La storia della caduta viene descritta dal Lenzi in maniera breve e diligente anche se con qualche errore (vedi immagine). La caduta della meteorite di Renazzo avviene il 15 Gennaio 1824 alle ore 21:00, quando un improvviso fenomeno luminoso, seguito da fenomeni sonori, fece la sua comparsa nel cielo. Secondo alcuni testimoni, il colore finale del bolide di Renazzo era celeste-azzurro. Il corpo iniziale è stato calcolato di circa 1 metro ad una altezza di 100 km, e si ruppe in 3-4 frammenti nella cosiddetta "regione d'arresto" quando la meteorite ha velocità di caduta praticamente a zero, cessando di essere luminosa, cioè a circa 20-30 km d'altezza.

Si dice che si siano rotti in 3-4 frammenti perché una donna all'epoca della caduta, disse di aver udito un triplice rumore. La gente di Renazzo fu impaurita dal quel triplice rumore, tipo delle cannonate, e si chiedeva da dove potevano provenire visto che la sera era serena. Si calcola che i rumori della caduta furono udite nel raggio di 20 km. La testimonianza di una donna riferisce di aver visto l'oggetto incendiarsi e poi di averlo visto spegnersi e visto cadere nella oscurità della notte, anche se come testimonianza è da prendere un po' con cautela visto che vedere un corpo cadere nell'oscurità della notte è molto strano. La gente sentì anche un sibilo come il rumore di "caviglione" che è un attrezzo metallico usato principalmente per legare gli asini, però sinceramente non so che suono possa provocare.

Il bolide fu visto cadere poco sopra la chiesa del paese - da come si vede sempre nel manoscritto con una raffigurazione in piccolo della chiesa e con la traiettoria disegnata sopra la chiesa - però non è possibile stabilire la traiettoria di questo. Furono recuperati 3 pezzi, di cui uno di 5 kg, per una massa totale di 10 kg.

Appena avvisato dall'arciprete di Cento, Giacomo M. Bergamaschi, il prof. dell'Università di Bologna Monsignor Camillo Ranzani Primicerio si recò a Renazzo due settimane dopo per raccogliere più materiale possibile della meteorite caduta. Si portò con l'arciprete sul luogo della caduta del pezzo maggiore e presso il podere di un certo Gallerani fece le maggiori ricerche, quindi si sapeva che la meteorite si era rotta in più pezzi e forse alcuni di questi non furono consegnati al Ranzani, visto che egli stesso dichiarò che molte persone, vedendo l'interessa per questo oggetto, spacciarono delle comuni rocce come pezzi della meteorite caduta compiendo atti di truffa.

Il Ranzani, pur tenendo lezioni di Geologia in Italia riguardo le rocce della crosta terrestre, non analizzò mai i campioni della Renazzo, visto che non sono state trovate tracce di analisi, anche se il Renani considerava questa pietra molto importante, tanto da portare con se un cubetto di 5 cm3 della meteorite in Francia per essere analizzata, pezzo che poi venne preso in consegna dal prof. Luigi Bombicci che curò il museo di mineralogia dal 1860 al 1901.

Tornando ai pezzi della meteorite usati per le analisi, si sa che un pezzo andò in Francia con il Ranzani per essere esaminato. Il pezzo fu analizzato dal chimico ed esperto di minerali M. Laugier, come descritto da M. Cordier nel suo rapporto del 1827 presentato all'Accademia delle Scienze di Francia (Rapport fait à l'Academie des Sciences, sur une pierre meteorique tombée près de Ferrare en 1824). Così Cordier descriveva l'analisi: "L'Accademia mi ha incaricato di esaminare un frammento della pietra meteorica che Le è stato presentato a nome di M. Orioli, da parte del nostro collega M. Arago, e che proviene da una delle masse cadute a Ferrara il 15 Gennaio 1824, alle nove e mezza di sera, immediatamente dopo l'esplosione di una meteora. Questo frammento, di piccolo volume (5-6 cm cubici), non assomiglia alle altre pietre meteoriche ordinarie se non per la crosta nera e vetrosa che ricopre in parte la sua superficie. Ne differisce molto per la composizione mineralogica e per la tessitura. Si sa che a parte una o due eccezioni, le meteoriti che sono state finora raccolte hanno una pasta o granuli molto fini, di colore grigiastro, di un aspetto perfettamente litoide, e dentro la quale globuli di ferro metallico combinato con nichel, sono sparsi un po' ovunque.

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Figura 2 - La meteorita di Renazzo (Ferrara); fotografia di G. Felice.

Questa pasta terrosa (matrice) veniva considerata finora più o meno omogenea. Tuttavia, da qualche anno, sono cadute due o tre varietà di meteoriti nelle quali la pasta terrosa presenta tessitura assai grossolana, al punto che si può valutare ad occhio nudo che i granuli elementari sono degli autentici cristalli di materia differente appartenente a più specie di minerali molto diversi tra loro [...] La sostanza minerale più rimarchevole è quella disseminata sotto forma di piccole masse globulari biancastre, che occupano il 15% del volume della roccia. Queste piccole masse sono in generale di dimensioni diverse: la loro sezione non ha contorni regolari; sono prive di trasparenza; la loro struttura è in granuli molto fini; la conformazione è vetrosa [...] Ancor prima dei risultati dell'analisi chimica e l'esame delle caratteristiche esteriori, è apparso chiaro che la sostanza di cui si parla è un silicato di magnesio in cui la proporzione del silicio è al massimo. Questa sostanza è di conseguenza una specie particolare che non assomiglia a nessuno dei minerali terrestri che conosciamo ..."

Dalle analisi si nota la presenza massiccia di silicio (circa il 42% del totale) e del magnesio (16% del totale, valore molto alto), ma anche del perossido di ferro (43%) e di piccole quantità di nichel. Le piccole masse globulari biancastre sono le condrule. Dopo le analisi fatte in Francia, la meteorite di Renazzo venne richiesta da molti altri Istituti scientifici europei e americani, soprattutto questi ultimi erano molto interessati a questa meteorite. Nel 1897 il tedesco Wulfing nel suo trattato sulle meteoriti (Die Meteoriten in Sammlungen und ihre Literatur) riporta numerosi riferimenti sulla Renazzo, calcolando in 1083 grammi la massa conservata nei vari musei, tra cui la massa maggiore di 441 grammi (ora 307) conservata presso il Museo Mineralogico di Bologna.

Ma che fine hanno fatto i 10 kg della Renazzo raccolti nel 1824? La stessa cosa se lo sono chiesto B. Manson e H. B. Wiik nel 1962 in un articolo apparso nell'American Museum Novitates, dove esprimevano disappunto in merito alla scomparsa della maggior parte della meteorite. I pezzi più conosciuti sono conservati oltre a Bologna, 100 grammi a Vienna, 81 grammi a Parigi, 77 grammi all'Università di Firenze, 34 grammi a Washington, 18 grammi a Tempe, 11.3 grammi all'Harvard University, 22 grammi AMNH di New York, 6.7 grammi a Tubingen, 6.8 grammi all'Università di Modena (questo valore è errato visto che sono 20 grammi), 3.6 grammi all'FMNH di Chicago, 2.7 grammi MfN di Berlino, 14.5 grammi nella collezione vaticana, 4 grammi nella DuPont Collection, 2.7 grammi nel GSI di Calcutta, 12, 0.2 e 4 gr. al British Museum, per un totale di 720.7 grammi!! Resta da capire dove siano andati a finire gli altri 9279,3 grammi mancanti!!!

Questo è il principale problema delle meteoriti italiane, la maggior parte dei pezzi si trova all'estero, e non in Italia come dovrebbe essere, tutto perché nei tempi passati gli scambi tra musei erano frequenti e così meteoriti di valore scientifico come la Renazzo, sono andate perdute in chissà quale museo o magazzino di museo, basta fare l'esempio della meteorite di Alfianello, di cui in Italia si conoscono solo due pezzi di 5 e 7 kg e altri più piccoli, su 228 kg caduti.

Per chi fosse interessato a visitare il sito - in italiano - sulla meteorite di Renazzo, può andare all'indirizzo web

http://www.comune.cento.fe.it/renazzo/meteorite6.htm

dove si può vedere una ricostruzione dinamica della caduta (sotto la scritta: La ricostruzione dinamica della caduta); per chi invece fosse interessato ad un libro, sempre in italiano, sulla meteorite di Renazzo scritto dal dott. Cevolani del CNR di Bologna, può scrivermi per avere informazioni su come averlo.

M come Meteorite - Matteo Chinellato

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Pagina caricata in rete: 17 settembre 2004; ultimo aggiornamento (2°): 1 novembre 2005