logo 17/07/2006
dalle 21:02 TU
Immagine di Ezio CUM
Giuliano DEGANO
Ripresa dall'Osservatorio
Astronomico di Talmassons (UD)
Sezione
Comete
Cometa 177P / Barnard: 111 KB; click on the image to enlarge
Cometa 177P / Barnard 2

Da questa pagina vi mostriamo una cometa periodica scoperta da uno degli astronomi più famosi a cavallo del XIX e XX secolo: Edward Emerson Barnard, che in quegli anni lavorò al Lick Observatory (USA), migliorando varie tecniche e scoprendo un notevole numero di oggetti celesti. La cometa periodica 177P / Barnard 2 è, come dice il suo nome, la seconda che il grande astronomo scoprì (visualmente). Il fatto avvenne ben 117 anni fa, il 24 giugno 1889.
Gli astronomi si sono chiesti cosa accadde all'astro chiomato in questo lungo lasso di tempo, cioè prima della sua riscoperta il 23 giugno 2006 da parte di uno dei sistemi automatizzati americani (il LINEAR), quando si trovava nella costellazione di Ofiuco ed era di quindicesima magnitudine. Essa fu individuata come NEO (cioè come Near Earth Object) e in seguito alle decine di misure di astronomi e, soprattutto, astrofili, si riconobbe essere proprio la P/1889 M1 scoperta da Barnard, vista allora per solo due mesi. Questa cometa non è un astro appariscente, ha falso nucleo piccolo, una chioma molto diffusa di colore verde intenso, segno di grande produzione di gas, la quale risalta bene sul fondo cielo nella nostra immagine. A causa del grande lasso di tempo tra la sua prima scoperta e questo avvistamento, i parametri orbitali previsti nell'ottocento si sono dimostrati abbastanza sbagliati, per cui al Minor Planet Center si è ipotizzato che gli effetti non gravitazionali ai quali la cometa dev'essere stata sottoposta e dovuti ai gayser, i quali emettono i getti di gas e polvere che producono la chioma e le code) siano stati molto grandi, tanto da modificarne apprezzabilmente l'orbita. Il movimento relativo dell'oggetto rispetto alla Terra lo porterà a una piccola distanza da noi, pari a sole 0,37 unità astronomiche, ghiotta occasione per fotografarlo intensamente e studiarlo approfonditamente.

L'immagine ha una dimensione di 730x590 pixel ed è a 16,8 milioni di colori; occupa 2,4 MB, qui compressa a 111 KB. Il campo inquadrato è di 28'x18' d'arco e la risoluzione di 2,4"/pixel.

Telescopio riflettore: Newton da 350 mm di diametro; lunghezza focale 1750 mm; f/5
CCD: Sbig ST10XME
Tempo d'integrazione luminanza: somma di 10 pose da 30 secondi
Tempo d'integrazione crominanza: somma di 4 pose da 30 secondi

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Copyright © 2006 di Lucio Furlanetto (testo) e Ezio Cum-Giuliano Degano (immagine)
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Pagina caricata in rete: 4 agosto 2006; ultimo aggiornamento (1º): 3 maggio 2011