L'inquinamento luminoso tra leggi e normative. Un commento
Relazione di Marco Vedovato
Convegno di Trento del 23 maggio 2002

Il quadro legislativo e normativo è in piena evoluzione. Sono stati depositati vari pdl in Parlamento ma sinora, come atto concreto, sono state approvate numerose leggi regionali quali quelle della Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio e del Piemonte. Altre regioni stanno studiando analoghi provvedimenti. Il protocollo più avanzato è sicuramente quello lombardo il cui credito è confermato dai seguenti fatti:

Tale legge si caratterizza per il limite di 0,49 cd per ogni 1000 lumen prodotti a 90° ed oltre, parametro di facile controllo a differenza di altre leggi, come quella Veneta, che limitano il flusso disperso al 3%. In effetti, questo limite è stato il cavallo di Troia per impianti ben più inquinanti: quanti si prendono la briga di verificare, a cose fatte, se la dispersione ammonta realmente al 3% e non al 5%, al 10% o al 20%? Il limite imposto dalla legge lombarda consente di intercettare efficacemente le dispersioni a piccoli angoli sopra la linea dell'orizzonte; sono queste le dispersioni più dannose, non quelle verso la verticale (che comunque vanno impedite). Con queste premesse è immediato fare alcune considerazioni sulle raccomandazioni UNI. Se da un lato la nuova UNI 10439 prevede, finalmente, la possibilità di installare dei riduttori di flusso nelle ore notturne di minor traffico, dall'altra la UNI 10819 permette di disperdere, quasi ovunque, ben il 23% di luce verso l'alto, favorendo perciò l'incremento dell'inquinamento luminoso e non certo la sua riduzione. Di fatto, solo la legge Piemonte impone l'utilizzo della UNI 10819; a distanza di anni dalla sua approvazione, il fallimento di detta legge (e della norma che l'accompagna) è palese agli occhi di tutti, come ammesso dagli stessi funzionari della Regione Piemonte che la emenderanno d'ufficio per portarla a un livello più accettabile. La UNI 10819 è vietata in mezza Italia (Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio), ossia ovunque le leggi regionali impongano limiti ben più efficaci del velleitario 23% della UNI. L'inutilità della UNI 10819 è stata recentemente riconosciuta da illuminotecnici della società SOLE (gruppo ENEL) che non ritengono nemmeno percorribile la strada di una sua revisione. Duole inoltre costatare, nonostante la molta acqua passata sotto i ponti, come fra gli addetti ai lavori le leggi regionali non siano ancora adeguatamente conosciute e le stesse siano citate in modo inesatto; recentemente, nel Comune di Castelfranco Veneto sono stati elaborati i piani urbani dell'illuminazione seguendo i dettami della UNI 10819 che, come già detto, è fuori legge in Veneto (ove si consente al più un 3% di flusso disperso) e quindi detti piani dovranno essere totalmente rifatti. Perché si butta via così tempo prezioso? Durante un convegno ho sentito degli illuminotecnici, nemmeno di primo pelo, asserire come la Legge Lombardia fosse sbagliata perché obbligava, a loro dire, all'utilizzo delle lampade al sodio B.P. Sarei curioso di sapere da dove avessero attinto tale notizia giacché la legge Lombardia non dice niente di simile ma si limita a prescrivere l'adozione di lampade ad alta efficienza. Tutto ciò è un peccato perché proprio le leggi regionali sono a favore di voi illuminotecnici; fra i punti più rilevanti della legge Lombardia vi è il preciso obbligo del progetto illuminotecnico da parte di una persona qualificata, togliendo, di fatto, l'illuminazione dalle mani di molti improvvisati i cui danni sono sotto gli occhi e le abbagliate pupille di tutti. Proprio uno dei vostri più illustri rappresentanti, l'ing. Giovanni Palladino (Presidente APIL), durante un convegno a Milano nel luglio 2001 (organizzato dall'Ordine degli Ingegneri), ha dichiarato pubblicamente di essere totalmente d'accordo con lo spirito della legge lombarda, definendo i lampioni full-cut off come il target cui bisogna mirare perché, anche laddove la distanza interpalo possa essere leggermente minore di quella ottenibile con corpi a vetro curvo (cosa peraltro superata con molti modelli di recente produzione), la qualità dell' illuminazione e il confort raggiunto sono decisamente migliori.

Certamente CieloBuio, UAI, IDA, ISTIL saranno disposti a collaborare con voi purché il tutto avvenga secondo seri principi di salvaguardia ambientale e di risparmio energetico, quindi secondo i dettami della legge Lombardia e non secondo la UNI 10819. In quest'ultimo caso troverete in noi la nostra più ferma opposizione, come già avvenuto, con successo, in passato. Noi confidiamo naturalmente di trovare in voi preziosi alleati in una battaglia di civiltà tanto importante quanto doverosa per la salvaguardia della notte. Non si prenda per progresso quello che non lo è; l'illuminazione selvaggia non giova a nessuno: né alle Amministrazioni, né ai cittadini, né ai progettisti, né all'ambiente.

Marco Vedovato

 

Per ulteriori informazioni visitate http://www.cielobuio.org/


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