logo 3KB Sx: 17/09/2004
Dx: 26/02/2003
Immagini di
Rolando LIGUSTRI
Riprese dall'
Osservatorio Astronomico
di Talmassons (Ud)
Sezione
Deep Sky
Crab Nebula: 90 KB; click on the image to enlarge Crab Nebula (elaborata): 84 KB; click on the image to enlarge
NEBULOSA GRANCHIO - M 1 / NGC 1952 (CRAB NEBULA)
Ascensione retta : 05h 34m 30.4s ; declinazione : +22° 00' 55"
Dimensioni : 4.0' x 6.0' ; magnitudine : 8.4

Nella nuova immagine a colori della famosissima Nebulosa Granchio (Crab Nebula), conosciuta come M 1 oppure come NGC 1952 e situata nella costellazione del Toro (Taurus-TAU), Rolando Ligustri ci mostra un oggetto molto più definito, con un numero di dettagli decisamente rilevante. L'evoluzione dei ccd negli ultimi anni è stata notevolissima: passando dal SETI 245 nel 1996-97, al SXL8 nel 1998, al ST7 del 1999 e all'attuale ST9E la definizione dei particolari degli oggetti astronomici è stata incrementata tantissimo. Ora, impiegando pure i filtri RVB, possiamo presentare le immagini a colori.
L'immagine a sinistra è quella ottenuta originariamente impiegando i filtri, mentre la dirimpettaia è la sua elaborazione, dove Ligustri ha un po' stemperato la dominate rossa per bilanciare un po' di più i colori. Il risultato estetico è forse più gradevole, ma lascio a voi il compito di decidere quale vi piace di più. L'uso dei filtri può essere un fattore determinante per la riuscita o meno di un'immagine, in quanto ogni oggetto ha una sua dominate cromatica; in realtà emette a certe lunghezze d'onda più che non in altre, alle quali corrisponde un certo "colore" specifico (in questo caso col termine colore intendo lunghezze d'onda anche al di fuori di quelle dello spettro visibile). I ccd sono più sensibili al rosso che non al blu, quindi bisogna integrare i fotoni per tempi diversi a seconda della banda passante di ciascun filtro. Poi si possono impiegare anche i programmi d'elaborazione delle immmagini, ma se il lavoro originale è stato buono allora si potranno raggiungere buoni risultati; nessun programma d'elaborazione può salvare completamente un "disastro"!

La Crab Nebula è uno dei soggetti del cielo che ha beneficiato dell'introduzione dei ccd, essendo ricca di strutture e tenui nebulosità la quali, una ventina d'anni fa, si sarebbero potuto osservare solamente impiegando telescopi di generoso diametro. Oggigiorno le immagini dell'HST e dei maggiori telescopi (Keck, VLT, Subaru) lasciano a bocca aperta, ma pure le riprese dei telescopi della "classe dei 4 metri" producono significative scoperte scientifiche. Anche le riprese degli astrofili hanno fatto un grandissimo salto di qualità e l'immagine sopra ne è un semplice esempio, pur col cielo mediocre e fortemente inquinato dalle luci che c'è nella bassa friulana.

M 1 fu osservata già da Charles Messier nel XXVIII secolo (è infatti il primo oggetto del suo catalogo astronomico) e si trova nella costellazione del Toro (Taurus), presso la Zeta, cioé la stella che identifica il corno "basso", quindi quello dal lato di Orione e dei Gemelli.
E' un resto di supernova generato da una stella "esplosa" nel 1054 ed osservata sia dagli astronomi cinesi sia coreani del periodo. In realtà nel 1054 ci giunsero i fotoni che rappresentavano la "firma" della catastrofe cosmica, in quanto l'esplosione vera e propria avvenne migliaia d'anni prima. Bisogna ricordarsi che la velocità della luce "c" è pari a circa 299.792,492 km/s quindi, se ad esempio l'oggetto dista 1.000 anni luce, la luce da esso emesso ha impiegato mille anni per giungere sino a noi, quindi il fenomeno osservato ora è in realtà accaduto 1.000 anni fa.

M 1 È il primo resto di supernova di cui è certa la data dell'esplosione ed è osservato con molto interesse dagli astronomi perchè ci fornisce preziose informazioni sull'evoluzione nel tempo del guscio di materia in espansione dalla stella esplosa. Quello che rimane della stella esplosa è una pulsar ed essa è stata la prima ad essere scoperta nel 1967 da Jocelyn Bell, brava e caparbia ricercatrice, allora ancora studentessa, che ingiustamente non ricevette il Premio Nobel per la Fisica per questa scoperta, mentre lo ricevette il suo "capo" come consuetudine di quei tempi.
Si è appurato essere poi una stella di neutroni ruotante velocemente in 33 ms attorno al proprio asse, proprio secondo le previsioni della teoria dell'evoluzione stellare. Essendo conosciuta la data dell'esplosione e la distanza della nebulosa, misurando le sue dimensioni angolari si è calcolato la dimensione reale dell'oggetto e la velocità d'espansione dei gas espulsi dalla stella progenitrice di M 1. Si stima che il tasso d'emissione d'energia complessivo di una supernova sia dell'ordine di 1062 erg/s; un'energia spaventosa, che permette all'astro di risplendere per un breve periodo come, o forse più, di un'intera galassia.
Inoltre si conosce il tempo di rotazione della pulsar attorno al proprio asse (33 ms) che, essendo misurato in anni diversi, permette di calcolare il tasso di rallentamento della rotazione della stella, quindi l'energia che essa continua a dissipare.
Maggiori informazioni le troverete nell'articolo le pulsar.

Una curiosità: quando è stata scoperta nel 1967, presso il radiotelescopio di Jodrell Bank in Gran Bretagna, dato che non si conoscevano oggetti celesti che emettessero impusi radio con tale regolarità di emissione e costanza nel tempo, inizialmente si era pensato che l'emissione radio, proveniente dal cielo, fossero i primi segnali di una civiltà intelligente situata nello spazio. Per tale motivo nacque il nomignolo affibbiato inizialmente alla sorgente radio: "little green men" (piccoli omini verdi).

Le immagini sono di 512 x 512 pixel, a 16,8 milioni di colori e occupano 3,6 e 1,5 MB, qui compressi a 90 e 83 KB rispettivamente. Cliccandole le aprirete a 800 x 800 pixel e 512 x 512 pixel.

Telescopio Riflettore: NEWTON da 350 mm di diametro; lunghezza focale: 1750 mm; f/5
C.c.d.: (Sx) FLI CM2-1; (Dx) SBIG ST9E (KAF 261)
Tempo d'integrazione luminanza: (Sx) somma di 10 pose da 60 secondi in binning 1x1; (Dx) somma di 6 pose da 10 secondi in binning 1x1
(Sx) Tempo integrazione filtri B-V-R: somma di 4 pose da 90 secondi in binning 2x2
(Dx) Tempo integrazione filtri R-V: 1 posa da 60 secondi in binning 2x2; (Dx) Tempo integrazione filtro B: 1 posa da 120 secondi in binning 2x2

L'immagine del 24/08/1996, pubblicata sulla rivista "Nuovo Orione" nel 1996, è stata ritirata il 02/01/2000. Il 21/03/2003 ho ritirato l'immagine presa da Rolando Ligustri il 30/12/1999 col Meade da 8" e il ccd ST7 (30s) e l'ho sostituita con quella sopra a destra. Il 19/09/2004 è stata ritirata un'immagine del 26/02/2003.

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Copyright © 1996-1999-2001-2004 di Lucio Furlanetto (testo) e Rolando Ligustri (immagine)

Pagina caricata in rete: giugno 1997; ultimo aggiornamento (10°): 19 dicedmbre 2006