NOTIZIARIO

ANNO VIII - NUMERO 26
4° TRIMESTRE 2000


IL CIELO INVERNALE: 2000-2001

Il secondo millennio si chiude con un periodo di ottima visibilità per i pianeti principali: infatti è possibile osservare Venere al tramonto e Giove e Saturno per la maggior parte della notte.

Venere tramonta circa tre ore dopo il Sole, e le sue condizioni di visibilità miglioreranno fino all'elongazione orientale del 19 gennaio, quando al telescopio si mostrerà come una piccola mezza luna; successivamente comincerà ad avvicinarsi al Sole, aumentando le sue dimensioni apparenti e mostrandosi come una falce sempre più sottile.

I due pianeti giganti sono stati in opposizione a metà novembre, per cui sono visibili da subito dopo il tramonto fino a tarda notte. La loro distanza reciproca è di solo 7-8 gradi, ottima per fare foto "di gruppo" con piccoli teleobiettivi; entrambi sono in meridiano verso le dieci di sera a dicembre e la loro distanza dalla Terra non cambierà molto fino a metà gennaio, quindi si possono ancora ottenere buoni risultati dalla loro osservazione.

Ma veniamo al profondo cielo, e soffermiamoci sulla costellazione di Orione, situata ad est dopo il tramonto del Sole, e ben visibile a sud a notte inoltrata. Abbiamo l'opportunità di vedere due delle stelle più colorate del cielo: la prima è Betelgeuse (Alfa Orionis), dal vivido colore arancio (infatti è la supergigante rossa più vicina al Sole).
Se inquadriamo la Sigma Orionis con un telescopio ad un centinaio di ingrandimenti scopriremo che è una stella tripla, e che la compagna più vicina ha una tonalità blu veramente pronunciata, a differenza della principale che è bianca. Sorprendente è sapere che entrambe le stelle hanno all'incirca la medesima temperatura e la differenza di colore è frutto da come le percepisce il cervello umano.

Ora esaminiamo con attenzione la regione della cintura: è una delle più ricche di oggetti da osservare, a patto di saper dove guardare. Partiamo da un punto situato a 2.5 gradi a nordest di Mintaka (Zeta Orionis), dove si trova M 78. Essa è una nebulosa a riflessione di tre primi d'arco, che circonda due stelle di decima magnitudine; è di forma pressoché tonda, ma meno netta da un lato, per cui può vagamente ricordare una cometa.
Ora torniamo nei dintorni di Mintaka, e precisamente venti primi a sud; troveremo tre stelle di ottava magnitudine quasi allineate tra loro, distanti dieci primi l'una dall'altra. Quella più ad est mostrerà un netto alone di due primi di diametro: è la nebulosa NGC 2023, a riflessione come le precedenti, e abbastanza facile anche da cieli di campagna.

Immagine negativa della zona centrale della costellazione.

In alto si osserva la cintura di Orione, mentre al centro in basso c'è la spada.
Al centro di quest'ultima c'è la grande nebulosa M 42.

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Spostiamo la nostra attenzione quindici primi ad est di Mintaka, mantenendo l'ingrandimento medio basso, e possibilmente tenendo la stella fuori dal campo inquadrato: vedremo una grande e debole nebulosità, estesa più di dieci primi . E' la famosa nebulosa Fiamma (NGC 2024), facile in fotografia, ma evanescente in visuale; con strumenti medio grandi sono percepibili le bande oscure che l'attraversano. Da cieli di montagna e con strumenti sopra i 200 mm, se abbiamo a disposizione un filtro H-beta possiamo tentare di osservare la Testa di cavallo (Barnard 33); purtroppo l'unica maniera per vederla bene è ricorrere alla fotografia o alle riprese CCD, in quanto in visuale è molto difficile. Scendiamo ora nella regione della "spada" di Orione dove potremo osservare tre oggetti di tipo diverso l'uno accanto all'altro. Partendo da nord, troviamo l'ammasso aperto NGC 1981, che conta una decina di stelle sparse su un'area di mezzo grado. Appena a sud c'è la brillante coppia 42-45 Orionis, circondata da un'estesa nebulosità, la NGC 1973-5-7; dai cieli di montagna la si può vedere percorsa da varie bande oscure.

Ancora più a sud troviamo la magnifica M 42: la Grande nebulosa di Orione. Al suo centro osserviamo il Trapezio, un gruppo di quattro stelline molto vicine tra loro, che sono responsabili dell'illuminazione della nebulosa. Tutta la zona attorno al trapezio è ricca di ossigeno fortemente ionizzato, ed è molto più luminosa del resto della nebulosa, dove è più ricco l'idrogeno.
Avendo a disposizione filtri selettivi per questi gas ( come l'H-beta e l'O-III ) si può vedere la nebulosa cambiare radicalmente forma. Concludo ricordando che questi filtri non funzionano con le nebulose a riflessione ma solo con quelle ad emissione, come M42, la Fiamma e la Testa di cavallo, inoltre è essenziale, per poter comunque osservare qualcosa, una buona trasparenza del cielo.

Paolo Beltrame

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Copyright © 2000 by Paolo Beltrame (testo e immagine) e Lucio Furlanetto (adattamento web)

Pagina caricata: 15 gennaio 2000; ultimo aggiornamento: 6 febbraio 2001