La mattina del 27 giugno 2003 mi svegliai prestissimo, alle 5:30, perché avrei fatto una nuova esperienza: un'escursione su di un giovane elefante africano, di 17 anni, ma già con una stazza considerevole: 2 metri e mezzo d'altezza e 3 tonnellate e passa di peso (per essere preciso dovrei dire "massa"). Dopo aver raccolto una decina di turisti residenti negli alberghi dell'area, alle 7 del mattino partimmo con un pulmino per recarci in un mini parco, non recintato, dove vivevano una ventina di elefanti.
Giunti a destinazione una ventina di minuti dopo, ci attendeva una sopresa: una robusta colazione da scegliere fra varie opzioni: all'europea, all'italiana, all'anglosassone, all'americana o all'orientale. Ovviamente eravamo tutti a stomaco vuoto, dato che le cucina degli alberghi alla partenza erano ancora chiuse, quindi il personale del parco lo sapeva! Non c'é che dire, il personale locale sa il fatto suo: la cucina nel mezzo della savana era pulitissima e organizzatissima, ti permettono di scegliere in base ai tuoi gusti, sono gentili, preparati e spesso parlano tre o quattro lingue. Un quarto d'ora dopo tutti i turisti giunti con vari pulmini sono stati portati vicino al recinto, sia per guardare i giovani elefanti che ci avrebbero accompagnato sia per familiarizzare con essi. Saliti su una larga scala (tipo gradinata di stadio), fui io il primo turista a salire in groppa all'elefante e davanti a me si sedette Maria Teresa, una delle persone del nostro gruppo.

Avevo cavalcato un cavallo ed avevo avvicinato vari animali relativamente grandi, come mucche (nell'azienda agricola di mio cognato Gabriele) o tori (in altre aziende), ma mai avevo cavalcato un animale così grande. Essere in groppa a un elefante africano, anche se giovane e quindi "piccolo" per lo standard di un adulto, è un'esperienza che non si dimentica: la "scampagnata" nella savana fu veramente unica. Nell'inquadratura qui sopra si notano la guida apripista e una delle turiste venezuelane che conobbi là, mentre in lontananza ci sono due giraffe adulte intente a brucare le tenere foglioline delle acacie africane. Durante le tre ore che durò l'escursione fu bello essere così lontani dalla civiltà. Per me, che amo stare spesso da solo all'aperto e al buio, in particolare quando osservo meteore per conteggiarle statisticamente, nella mente non si affacciava nemmeno lontanamente il pensiero di fare qualcosa di diverso dall'osservare la natura, guardarla il più attentamente possibile, cercare di carpire l'atmosfera che si assapora solamente in minima parte quando si guardano i documentari televisivi...
I due "puntini" in volo, se non ricordo male, erano una coppia di avvoltoi, successivamente appolaiatisi su di una grande acacia. Passandogli sotto ci hanno attentamente osservato, un po' troppo "attentamente" per i miei gusti!

Il costo di questo mini safari fu, allora, di 70 US $, una cifra decisamente onesta per una mattinata così bella. Chi voleva, poi, avrebbe potuto comprare dalle guide la videocassetta dell'escursione, o il cd-rom equivalente, o l'album fotografico, ripresi con la videocamenra digitale o le varie macchine fotografiche digitali dei guardiaparchi. Nell'attrezzata struttura era infatti presente pure uno studio di ripresa, missaggio e masterizzazione audio-video.

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