In meteorologia meglio diffidare dei record
di Stefano Di Battista
pubblicato su Tuttoscienze de La Stampa n° 1186 del 29/06/2005
(per gentile concessione dell'autore)


Con +0,41 °C per decennio, nell’ultimo mezzo secolo l’estate della seconda città dell’Umbria si è fatta più bollente; l’inverno invece, non ha mostrato variazioni significative. È uno dei dati che si ricavano da una recente pubblicazione: Cinquanta anni (1953-2002) di osservazioni meteo a Terni.

Il volume, corredato da grafici e tabelle, analizza i principali parametri atmosferici: temperature, precipitazioni, pressione, vento. Si scopre così che il record del freddo è stato misurato il 16 febbraio 1956 con -15,0 °C, l’anno più piovoso è stato il 1960 con 1.479,6 mm e che la sera del 31 dicembre 1974 la città fu percorsa da raffiche a 180 km/h. Non mancano considerazioni circa lo sviluppo urbano di Terni che, in parte, spiegano la crescita delle temperature medie annue (+0,28 °C / decennio) con la cosiddetta ‘isola di calore’, ovvero l’accumulo termico determinato da maggiori superfici cementificate e dagli impianti di riscaldamento e condizionamento.

Il pregio del volume però è di rendere disponibili, con metodo statistico rigoroso, dati di norma poco accessibili al grande pubblico. Negli ultimi anni è infatti invalso l’uso di sbandierare continui record in campo meteorologico: come se, a ogni temporale, dovesse far seguito l’apocalisse. Asserzioni spesso prive di riferimenti storici: il caldo, il freddo, la pioggia o la neve, possono essere definiti estremi solo se rapportati a un’adeguata scala temporale, che permetta di verificare quali siano gli effettivi scostamenti dai riferimenti precedenti. Se questo parametro è assente, il gioco emotivo finisce per avere la meglio.

Un piccolo esempio. Nel 1981 la Monthly Weather Review pubblicò uno studio di M.R. Sinclair sull’intensa avvezione che, il 25-29 dicembre 1978, interessò gran parte dell’Antartide orientale. L’autore parla di temperature anormalmente alte e descrive come sensazionale il rialzo registrato alla base sovietica Vostok dove, il 27 dicembre, si toccarono i -15,7 °C: valore mai registrato nei vent’anni di operatività della stazione. L’11 gennaio 2002 però, si arrivò a -12,2 °C. Che dire? Semplicemente, che una temperatura di -15,7 °C oggi sarebbe degna di nota, ma non farebbe parlare di sensazionalità. Ciò dovrebbe far riflettere circa i continui record propinati per giustificare l’effetto serra: chi può affermare che, se esistessero serie meteorologiche di mille o duemila anni, certi valori non siano già stati raggiunti e, magari, ampiamente superati?


Daniela MELONI e Franco CARPINE
Cinquanta anni (1953-2002) di osservazioni meteo a Terni , ed. Provincia di Terni, 2004, pp. 79.

Il volume è ottenibile all’assessorato all’ambiente della provincia di Terni (tel. 0744 4831).


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Pagina caricata in rete: 12 luglio 2005; ultimo aggiornamento: 12 luglio 2005