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24 T.U.
Immagine sotto di
Rolando LIGUSTRI
Ripresa da
Matajur (Ud)
Sezione Deep Sky
Costellazione di Monoceros-70 KB
LA COSTELLAZIONE DELL'UNICORNO (MONOCEROS-MON)
SUPERFICIE: 482 GRADI QUADRATI

Nell'immagine si vede la costellazione dell'Unicorno (Monoceros), visibile tra le costellazioni del Cane Maggiore, Orione, Gemelli, Cane Minore, Idra e Poppa. E' delineata da stelle piuttosto deboli e per di più poste sullo sfondo della Via Lattea. Nella costellazione sono presenti anche dei radianti meteorici: quello delle Monocerotidi e quello delle Alfa Monocerotidi.

Costellazione dell'Unicorno: 75 KB

La maggior parte dei dati sono stati tratti dalla rubrica sulle costellazioni curata dal Prof. Bruno Cester sulla rivista l'Astronomia (che ringraziamo).

La Mitologia

La sua creazione viene attribuita di solito al Bartschius, che l'avrebbe disegnata nel suo Planisfero del 1624. Però l'asterismo doveva essere noto dall'antichità, già ai Persiani, come riferisce Scaligero. Comunque, non appare nel più famoso Atlante del Bayer e quindi nessuna sua stella avrebbe dovuto portare le lettre greche (introdotto proprio dal Bayer). Alle sei più brillanti, invece, si usa attribuire delle lettere, assieme ai numeri di Flamsteed.

Le coordinate sono al 1950.00 quelle precise al decimo di minuto d'arco; le altre, ove è stato possibile rintracciarle, sono al 2000.00. Appena possibile si procederà al cambio al 2000.00 di tutte.

Gli Oggetti Astronomici più interessanti

Stelle Doppie (inferiori alla 7a magnitudine)
Beta (6h 26,4m; -07° 00') è la N° 11 ed è un sistema multiplo, anche se è più evidente quello triplo principale ABC. La stella azzurra A ha una magnitudine di 4,7, ha per compagna la B, di magnitudine 7,2 (a 7",2 in direzione Sud-Est) e la C, di magnitudine 5,6 (più lontana di altri 2",9. A 26" dalla A, appare una quarta stella di dodicesima magnitudine. La A potrebbe essere a sua volta doppia.
Delta (7h 09,3m; -00° 25') è la 22 MON; la primaria ha una magnitudine di quarta, mentre la compagna, a 32", è di tredicesima.
Epsilon (6h 21,1m; +04° 37') è la N° 8 ed è composta anzitutto da due stelle di magnitudini 4,5 e 6,7, separate di 13"; una terza stella di dodicesima si trova a 94".
Csi (8h 06,1m; -02° 50') è la 29 MON; una stella gialla di quinta magnitudine ha due compagne, di decima a 32" e di ottava a 66".
O Sigma 146 (6h 29,6m; +11° 43') ha una primaria di magnitudine 5,5 e una compagna di nona a 32".
S (6h 38,2m; +09° 57') portava il N° 15 di Flamsteed ed è la stella più luminosa dell'ammasso NGC 2264. E' leggermente variabile ed ha un compagno di magnitudine 8,5 a 3" ed altri due di undicesima, a 17" e 41". Infine a 74" c'é un'ultima stella di nona.
Sigma 1183 (8h 04,0m; -09° 06') ha una primaria di magnitudine 6,1 e una compagna di 7,9 a 31", la quale a sua volta ha una compagna di tredicesima a 1",2.
Sigma 953 (6h 38,4m; +09° 02'): le componenti hanno una magnitudine di 7,0 e 7,9 e sono separate di 7".

Stelle Variabili (inferiori alla 7a magnitudine)
S (6h 38,2m; +09° 57') è la variabile irregolare già citata poco sopra tra le stelle doppie.
T (6h 22,5m; +07° 07') è una Cefeide, variabile tra le magnitudini 5,6 e 6,6 in 27 giorni.
U (7h 28,4m; -09° 40') è una variabile gialla di tipo RV Tauri ed è una delle più luminose della sua classe; ha una magnitudine che varia tra la 5,8 e la 7,7 in 92 giorni.
V (6h 20,2m; -02° 10') è una variabile rossa di tipo Mira; ha un'escursione tra le magnitudini 6,0 e 13,7.
(6h 54,8m; -09° 00') è una gigante rossa che varia in modo semiregolare tra la magnitudine 6,9 e la 10,0 in 156 giorni.
RV (6h 55,7m; +06° 14') è una variabile molto rossa e semiregolare; ha una magnitudine che varia tra la 6,8 e la 8,3 in 132 giorni.

Nebulose, Ammassi Aperti e Globulari
NGC 2215 (6h 18,4m; -07° 16') è un ammasso aperto di ottava magnitudine globale e diametro di 5'. E' un debole raggruppamento di una ventina di stelle.
NGC 2232 (6h 24,1m; -04° 43') è praticamente la stella 10 MON, di quinta grandezza, accompagnata da un piccolo gruppo di stelle più deboli.
NGC 2244 (6h 29,7m; +04° 54') è un ammasso aperto, con un diametro di 30'. Una mezza dozzina di stelle di sesta, più la 12 MON di colore arancione, di magnitudine 5,9, e di settima costituiscono il nocciolo dell'ammasso che è abbastanza disperso; si conta un'altra quindicina di stelle più deboli. L'ammasso è circondato da NGC 2237, NGC 2238, NGC 2239 e NGC 2246, i quali costituiscono la famosa nebulosa Rosetta. In realtà la configurazione è una sola, tanto che oggi si tende a darle solo il numero 2237. E' un enorme anello di circa 80' di diametro, più rarefatto nel centro della nebulosa, dove si evidenzia l'ammasso stellare. Forse il complesso è associato all'ammasso NGC 2264.
NGC 2261 (6h 36,4m; +08° 47') è un'altra nebulosità diffusa, detta "Nebulosa Variabile di Hubble", associata alla famosa variabile nebulare R MON (di magnitudine 10-12), a forma di cometa, con la testa occupata dalla stella e la coda che si allarga verso nord. La luminosità totale della nebulosa è sulla decima. Scoperta nel 1783 da W. Herschel, fu Hubble nel 1916 a scoprire che essa è variabile in luminosità, ed in altri dettagli. La stella che illumina la nebulosa, R MON, è di difficile classificazione e taluni ricercatori dubitano che essa sia veramente visibile e non sia fortemente inviluppata dal gas circostante.
NGC 2264 (6h 38,2m; +09° 57') è un largo ammasso aperto piuttosto disperso; una ventina di stelle luminose, tra cui 15 MON di magnitudine 4,6, cioé la S citata sopra tra le doppie, ed un centinaio di altre più deboli. La disposizione delle stelle ricorda la punta d'una freccia rivolta verso sud e lunga 26'. Tutto l'ammasso è inviluppato in una nebulosità; la distanza stimata è calcolata in 2.600 a.l. ed è in accordo con quella stimata per la Nebulosa Rosetta. Come detto, entrambe potrebbero essere membri d'una stessa nebulosità che, lungo la costellazione, si estende verso l'adiacente Orione. La nebulosità attorno a NGC 2264 non è visibile con piccoli strumenti; occorrono fotografie a lunga posa per mostrare la serie di filamenti chiari e scuri. Anche qui, come per il Trapezio per Orione, le stelle debbono essersi formate di recente; parecchie risultano essere variabili del Tipo T Tauri, ancora in contrazione verso una definitiva fase di equilibrio, comune alle stelle in fase di pre-sequenza. Si ritiene che l'ammasso non abbia più di uno o due milioni d'anni d'età.
NGC 2301 (6h 49,1m; +00° 31') è un ammasso aperto, di magnitudine totale 6; in un diametro di 15' sono sparse parecchie decine di stelle. Una decina di esse, tra l'ottava e la nona magnitudine, forma un allineamento in direzione nord-sud, mentre un altro, composto da stelle più deboli, si mette di traverso.
NGC 2323 - M 50(7h 00,5m; -08° 16') è un altro ammasso aperto di magnitudine globale 6,3 e diametro di 10'. E' probabilmente l'oggetto osservato da Cassini e rivisto da Messier nel 1772. Con strumenti moderni, bastano modesti telescopi per contare una cinquantina di stelle, delle quali una decina tra l'ottava e la decima.
NGC 2353 (7h 12,1m; -10° 12') è un ammasso aperto, contenente una stella bianca di sesta magnitudine ed una ventina di stelle più deboli entro un diametro di 20'.
NGC 2506 (7h 57,5m; -10° 39') è ancora un ammasso aperto, di magnitudine globale 8 e 10' di diametro. E' un ammasso compatto, ma le cui componenti sono stelle di debole luminosità.

Quest'immagine ha una dimensione di 403 x 600 pixel; è a 16,8 milioni di colori ed occupa 710,2 KB, compressi a 75 KB.

Obiettivo: 50 mm.; f/2.8
Pellicola: PJM 1000
Tempo di esposizione: 20 m

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Copyright © 1998-2002-2005 di Lucio Furlanetto (adattamento testo e integrazioni) e 1998 di Rolando Ligustri (immagine)

Pagina caricata in rete: luglio 1998; ultimo aggiornamento (3°): 28 maggio 2005