logo 3KB 01/04/2003
20:45-21:15 TU
Immagine di
Lucio FURLANETTO
Ripresa dall'Osservatorio
Astronomico di Talmassons (Ud)
Sezione
Deep Sky
M 101 b/n - 65 KB M 101 colorib/n - 44 KB
GALASSIA M 101 / NGC 5457 (SPIRALE)
Catalogata anche come UGC8981 / MCG9-23-28 / MESS101 / PGC 50063
Descrizione nel Catalogo Dreyer: PB,VL,IR,G,VSMBMBSN
Ascensione retta: 14h 03m 12.2s; declinazione: +54° 21' 30" (2000.0)
Dimensioni: 28.6' x 26.5'; magnitudine: 7.9

Ulteriori due immagini, una da 256 toni di grigio e la sua corrispondente a colori prese da me all'osservatorio. La sera del 1 aprile, una volta che Paolo Beltrame aveva concluso le riprese di routine sulle comete, gli ho chiesto di aiutarmi a riprendere nuovamente la galassia già inquadrata da alcuni soci. Lo scopo era quello di confrontare quanti particolari si potessero riprendere mediante una lunga serie di riprese col telescopio sociale e il ccd dell'osservatorio, rispetto alle immagini di Mauro Zorzenon e Rolando Ligustri già caricate nel nostro sito.
Data la mia ancora scarsa padronanza nel gestire da solo le procedure necessarie per il posizionamento della cupola e del telescopio dell'osservatorio, Paolo mi ha spiegato come fare il puntamento e come preparare il computer e l'attrezzatura per le riprese, poi è uscito sul prato per proseguire l'attività osservativa che stava eseguendo. Dopo circa una decina di minuti ho iniziato ad acquisire i frames di luminanza, cioé delle singole riprese della durata di 120 secondi che "mostrano" l'oggetto. Una volta presi sei frames Paolo e io abbiamo visto quanti fossero buoni dato che in questi mesi, in attesa di impiegare la nostra ruota portafiltri che Francesco Scarpa sta terminando di costruire, utilizziamo la ruota portafiltri di un socio veneto che però ostruisce il sensore dell'inseguimento automatico del ccd (ST9E della SBIG). La nostra è stata costruita per poter impegare tutti e due i sensori presenti nel ccd, sia quello per l'acquisizione delle immagini che quello per l'inseguimento automatico del telescopio, ma con l'attuale facciamo esperienza, anche se questo significa dover buttare via la maggior parte delle riprese non corrette come inseguimento (per un colpo di vento, per una vibrazione nella rotazione fra la ruota dentata e la vite senza fine, ecc...)

Visto che su sei frames se ne erano dovuti buttare via i 2/3, decisi di rifare la serie con una decina di pose da 90 secondi, invece di 120. Alla fine ne risultavano buone 7 su 9, quindi si potevano impiegare, dopo aver preso tre dark frames per la sottrazione del rumore termico del ccd. Alla fine, dopo circa un'ora di lavoro, si otteneva l'immagine a 256 toni di grigio visibile sopra a sinistra, decisamente maggiormente definita rispetto a quella di Ligustri (presa con lo stesso ccd ma con un telescopio più piccolo, un C 8", ma soprattutto con soli 4x30 secondi di integrazione, cioé 120 secondi totali) e di quella di Zorzenon (ma ottenuta fotograficamente con un C 9" 1/4 e 2x90 minuti, cioé per ben 10.800 secondi di posa su una KODAK E200 esposta a 1000 ISO).

La galassia a spirale M 101, che si trova nell'Orsa Maggiore (Ursa Maior), già osservabile con un buon binocolo e grande quanto la luna piena (circa mezzo grado), è un soggetto molto difficile fotograficamente, data la sua relativamente bassa luminosità superficiale. In futuro dovremo senz'altro sostituire la corona dentata e la vite senza fine ad essa accoppiata, per la quale però la spesa si preventiva di ben 1750 Euro, in quanto progettate per il precedente telescopio del quale disponevamo, molto buono per la fotografia, ma ahimé insufficiente per la precisione necessaria per le nostre riprese attuali. Oltre alla spesa ci sarà almeno un mese di completa inattività dell'osservatorio, necessaria per lo smontaggio delle parti meccaniche, la progettazione e realizzazione ad hoc delle nuove sullo "stampo" di quelle attuali. Ciò sarà necessario per poter migliorare il nostro lavoro. Come mostrato sopra, si raggiungono livelli qualitativi decisamente superiori se si può aumentare il tempo di integrazione del ccd per ogni singola posa, sino a un limite appena inferiore per non avere blooming nelle stelle, in quanto il rapporto segnale/rumore dei frames è molto migliore con pose lunghe. In pratica è meglio, se possibile a causa del blooming, prendere due sole pose da 300 secondi che 15 pose da 60 secondi, anche se il tempo complessivo nel secondo caso è maggiore, in quanto il rapporto segnale/rumore cresce solo in maniera logaritmica del numero di frames, oltre che molto meno complicato da gestire poi per l'allineamento dei singoli frames e la sottrazione dei darks nel pretrattamento dell'immagine.
Ho ulteriormente elaborato l'immagine in b/n esaltandone il rapporto di luminosità fra le varie componenti; per vederla cliccate M101_05.jpg. In questo elaborazione notate meglio le zone brillanti sede di formazione stellare presenti sul disco e sui bracci della spirale, le nubi oscure di polvere e tutte le peculiarità visibili.

La spirale l'osserviamo da un angolo quasi polare, intravvedendo il piccolo e brillante nucleo (è una Sc), l'ampio disco, i quattro bracci che si avvolgono in senso orario e tutte le brillanti condensazioni delle regioni HII composte, da idrogeno ionizzato, che a colori appaiono rosse. Nell'immagine ccd non si vedono bene le zone scure sature di polvere interstellare, a causa della limitata risoluzione. Alcuni oggetti del New General Catalogue sono presenti sui bracci di questa spirale; qui vediamo NGC5447, NGC5461, NGC5462 e NGC5471, la cui disposizione la viene descritta nell'immagine qui sopra a destra.
Per trovarla nel tardo inverno (con l'Orsa Maggiore verticale in prima serata) si cerchi eta UMA (l'ultima della coda) e si risalga la coda dell'orsa di una stella (la zeta); a circa metà strada tra la zeta UMA e la theta BOO (la più in basso a sinistra del trio di stelle luminose a sinistra della coda dell'orsa) si trova la galassia.

La "colorazione" dell'immagine osservabile in alto a destra venne effettuata da Rolando Ligustri, impiegando il mio originale a 256 toni di grigio aggiunto il "colore", cioè la gamma di crominanze tipica dell'oggetto, ottenuta da Zorzenon per la sua ripresa fotografica. Questo è un caso nel quale si può veramente dire che l'immagine finale è stata un lavoro di squadra!

L'immagine a sinistra è da 512 x 512 pixel, a 256 toni di grigio, e occupa 512 KB di memoria qui compressi a 65 KB. L'immagine elaborata esaltandone il rapporto di luminosità fra le varie componenti la potete vedere cliccando M101_05.jpg. Occupa una memoria di 74 KB.
L'immagine a destra è da 512 X 512 pixel, a 16,8 milioni di colori, e occupa 1,2 MB di memoria qui compressi a 44 KB.
La visione è sempre quella telescopica (con l'est speculare).

Telescopio Riflettore: NEWTON da 350 mm di diametro; lunghezza focale: 1750 mm; f/5
CCD: SBIG ST9E (KAF 261)
Tempo d'integrazione: somma di 7 pose da 90 secondi (630 secondi totali)

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Copyright © 2003 di Lucio Furlanetto (testo e immagine originale)
Ringrazio Paolo Beltrame per le i consigli nell'impiego dell'attrezzatura dell'osservatorio
e Rolando Ligustri e Mauro Zorzenon per l'elaborazione a colori dell'immagine
Tutti i diritti sono riservati / All rights reserved

Pagina caricata in rete: 9 aprile 2003; ultimo aggiornamento (4°): 24 ottobre 2006