logo 3KB 30/01/2004 Immagini di
Paolo BELTRAME
Riprese da
Mortegliano (Ud)
Sezione Luna
Gli Appennini: 102 KB
GLI APPENNINI LUNARI, SINUS AESTUUM E IL CRATERE ERATOSTENES

Nuova ripresa che presenta la famosa catena montuosa, quella degli Appennini, la quale si eleva sul limitare d'un ampio mare lunare (Mare Imbrium, uno dei bacini da impatto più grandi, che si trova nella parte in alto a sinistra della ripresa). Attorno ad essa si stagliano alcuni crateri di grande dimensione, il maggiore dei quali è Archimedes, qui non visibile perché fuori riquadro. Il cratere presso la punta meridionale degli Appennini è Eratosthenes, qui all'estrema sinistra nell'immagine, mentre sotto di esso si trova il piccolo mare Sinus Aestuum. Le principali cime montuose degli Appennini sono, partendo da sinistra: Monti Waltt, Serao, Ampère, Huygens, Bradley, Hadley e Capo Fresnel.
I "mari" e gli "oceani" lunari sono larghe superfici ricoperte da basalti, liquefatti in seguito all'intensa craterizzazione che ha caratterizzato i primi 200-300 milioni d'anni di vita del nostro satellite. La caduta di grossi planetoidi sulla superficie lunare ha provocato la trasformazione di enormi quantità di energia cinetica in energia termica (in pratica in calore). Questo fenomeno ha sciolto la superficie, producendo un'attività simile a quella dei vulcani terrestri, solo su scala maggiore. Per avere un'idea delle dimensioni, alcuni bacini lunari hanno diametri di centinaia di km. I crateri sui "mari" sono stati provocati dalla caduta successiva di piccoli asteroidi; le dimensioni dei più piccoli crateri visibili sono comunque di qualche km di diametro.
Una curiosità: se confrontate attentamente le due immagini, noterete che in quella superiore l'interno del cratere Eratosthenes è completamente buio, mentre in quella inferiore il suo picco centrale è in parte visibile, ovviamente perché la fase lunare era maggiore nella ripresa in basso.

Tanto per ricordare quale fossero le possibilità strumentali all'inizio degli anni '90 del secolo scorso, qui vi mostro una ripresa della stessa area lunare fatta sempre da Beltrame. La differenza sta nel fatto che, oltre a uno strumento più piccolo e di qualità minore, allora si poteva impiegare solamente la pellicola fotografica, in quanto il ccd era uno strumento proibitivo come costo e le webcam erano ancora un'utopia...

Gli Appennini: 72 KB

In dieci anni è cambiato tutto, specialmente a partire dal 2002 con la vendita a bassissimo costo delle webcam di attuale concezione. E la differenza si vede tutta. La fotografia qui sopra fu presa il 05/03/1990 da Mortegliano (Ud) e riporto la sua descrizione, in modo da facilitare il riconoscimento delle formazioni lunari.
Il cratere maggiore (a destra nell'immagine) è Archimedes, mentre i due sotto di esso sono (partendo da sinistra) Autolycus e Aristillus. Il cratere presso la punta superiore degli Appennini è Eratosthenes, con alla sua sinistra il Sinus Aestuum, mentre quello in alto al centro è Timocharis. La zona "piatta" che parte in alto a destra (ed esce dall'immagine) è il Mare Imbrium, uno dei bacini da impatto lunari più grandi.

Immagine in alto: 1119 x 600 pixel, a 256 toni di grigio, occupa 2,5 MB di memoria, qui compressi a 102 KB. Cliccando l'immagine l'aprirete a 1569 x 841 pixel.
Immagine in basso: 625 x 510 pixel, a 256 toni di grigio, occupa 313,6 KB di memoria, qui compressi a 72 KB.

Immagine in alto:
Telescopio Riflettore: NEWTON 200 mm di diametro; ripresa al fuoco diretto 1000 mm (f/5)
Webcam: Philips Toucam Pro
Tempo d'integrazione: mosaico di 3 immagini mediate su alcune centinaia di frames ciascuna
Frequenza di ripresa: 15 frames/secondo, durata singolo frame : 66 ms
Immagine in basso:
Telescopio rifrattore: 114 mm; F/900 mm
Proiezione dell'oculare a 10.800 mm (equivalente circa f/95)
Pellicola fotografica: Ilford FP4
Sensibilità: 200 ISO
Tempo di esposizione: 1 sec.

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Pagina caricata in rete: 22 febbraio 2000; ultimo aggiornamento (5°): 12 novembre 2006