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LE LEONIDI DELLA MATTINA DEL 18 NOVEMBRE 2000

di Lucio Furlanetto


Anche questo novembre abbiamo atteso con impazienza l'arrivo dello sciame meteorico più attivo dell'ultimo periodo, quello che nel 1999 ha prodotto l'unica vera pioggia di stelle cadenti osservata nell'ultimo decennio e ha estasiato migliaia di persone sparse su tre continenti: le Leonidi.

Non faremo la storia dello sciame, già ampiamente illustrata in decine di pubblicazioni e siti internet, ma tracceremo un sommario bilancio di che cosa ha visto il CAST, rimandando il lettore all'articolo riferito alle osservazioni del 1998, per l'analisi effettuata allora.

Innanzi tutto il novembre più piovoso degli ultimi cinquant'anni ci ha fatto perdere l'istante del picco, sommato al fatto che solo nella notte del massimo abbiamo potuto osservare qualcosa; tutto il resto della settimana a cavallo del picco è andato perduto.

Ricordo però che l'anno scorso è andata ancora peggio, dato che non abbiamo potuto osservare nulla, se escludiamo la quasi ora d'osservazione effettuata da Paolo Beltrame dalle Isole Canarie.

Le ultime previsioni, diramate il 16 novembre da Robert Lunsford (Segretario Generale dell'IMO), davano il massimo tradizionale alle ore 8:00 TU del 17/11 (favorendo quindi le osservazioni dal continente americano), ma anche alcuni picchi secondari con forte attività, alle ore 3:45 TU e alle ore 7:51 TU, il primo con migliore visibilità dall'Europa e Nord Africa, il secondo ancora dal continente americano.

L'attività contemporanea d'altri sciami come le Alfa Monocerotidi, le Delta Eridanidi, le Zeta Puppidi, le Tauridi Nord e Sud, molto importanti per me e per gli altri che studiano specificatamente le "stelle cadenti", sarebbe stata molto inferiore a quella delle Leonidi, al punto che la maggior parte degli osservatori li avrebbe trascurati, relegandoli sotto la voce "altre meteore".

Tutti i nostri soci hanno appurato come l'osservazione di quest'anno sia stata funestata dalle nuvole che, ripetutamente, hanno coperto completamente l'intera volta celeste. Complice però la bassa umidità, l'ottima trasparenza del cielo e l'apertura di squarci nella coltre nuvolosa, abbiamo osservato da Palmanova (Marco Candotti, Giuseppe Campodall'Orto e io) e Torsa di Pocenia (Paolo Beltrame e Francesco Scarpa).

Gli altri soci interessati, Edoardo Piani a Trieste e Marco Russiani a Campolongo al Torre (Ud), hanno desistito ad una certa ora, poiché non intravedevano aperture nelle fitte nubi.
Le metodologie che sarebbero dovuto essere impiegate erano tre: osservazione visuale (Piani, Candotti, Beltrame, Campodall'Orto e io), fotografica (Scarpa) e videoccd (Russiani).
Non essendo stato possibile fare tutto, riproveremo con le Geminidi di dicembre.

I dati prodotti sono stati pochi proprio a causa della copertura nuvolosa e dell'intermittente possibilità osservativa: è stata fatta una parte fotografica (di Francesco), un'osservazione di bolidi (da parte di Paolo, Marco e Giuseppe) e un conteggio statistico, con tracciatura delle scie meteoriche e conseguente precisa determinazione dei radianti attivi (da parte mia).

Il risultato numerico della mia parte non è stato disprezzabile, avendo conteggiato settanta meteore in circa un'ora e mezza ma, se da un lato è stata alta la media osservativa (una meteora ogni 79 secondi in quelle condizioni, cioé con un cielo mediamente coperto per il 60-70 %), lascia l'amaro in bocca il non aver potuto eseguire un lavoro come quello del 1998 (con 241 meteore tracciate in 5 ore e 28 minuti effettivi d'osservazione).

Il tabulato con i risultati completi lo potrete leggere nel sito nostro internet alla pagina , dove ci sarà anche il collegamento ipertestuale (in gergo detto link) con quest'articolo nella sua forma completa, corredata di tutti i grafici, tabelle e immagini.

Nel momento nel quale sto scrivendo l'articolo i dati a livello mondiale sono ancora in fase d'elaborazione e l'International Meteor Organisation (alla quale sia come membri del CAST sia come membri dell'UAI anche noi abbiamo inviato i nostri rapporti) non ha ancora divulgato il rapporto definitivo; stanno ancora ricevendo segnalazioni ed i grafici cambiano giorno per giorno (anche se di poco ormai).

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Figura 1 - La meteora appare nella costellazione dei Gemelli, al centro in alto. Fotografia di Massimo Russo di Reggio Calabria; obiettivo da 19 mm a f/3.8 - pellicola Kodak Supra 800 ISO - tempo d'esposizione 10 minuti. (Fonte Lucio Furlanetto - C.AS.T.)

Il picco classico, quello delle 8:00 TU del 17/11, sarebbe stato prodotto dalla polvere cometaria rilasciata dall'astro genitore dello sciame, la 55P/Tempel-Tuttle, durante i passaggi vicino al nostro pianeta nel 1965 e 1932.

Dalle informazioni attuali sembra che il punto di massima attività sia stato invece toccato alle ore 7:20 TU del 18 novembre (rapporto di Marco Langbroek), cioé quando da noi era giorno già da tre ore; i siti che avrebbero potuto osservarlo avrebbero dovuto essere quelli del continente americano. Stando sempre ai dati preliminari, sia in Florida sia nelle isole caraibiche, complice anche l'onnipresente cielo nuvoloso, non si è vista una grandissima attività meteorica e sembrerebbe che solo alcune isole dell'Oceano Atlantico, come le Canarie e le Azzorre, abbiano beneficiato della migliore visibilità (che l'anno scorso era stata appannaggio dell'intero Medio Oriente e della Giordania in particolare).

L'attività di questo picco sarebbe stata prodotta dal passaggio della Tempel-Tuttle nel 1866 e avrebbe raggiunto un valore dello ZHR (Zenital Hourly Rate) di 420-450.

Un terzo picco, d'intensità inferiore risultata di ZHR=296 +/- 10, era previsto alle 3:45 TU; esso fu generato dal passaggio della cometa nel 1733 e sarebbe stato possibile osservarlo da noi. E' inutile ricordare che il cielo nella bassa friulana è risultato coperto dalle 3:15 alle 3:55 TU.
Nei 10 minuti finali delle mie osservazione (ore 3:55-4:05 TU) ho visto sei meteore, nonostante ci fosse il 95 % di copertura nuvolosa e con momenti di totale velatura del cielo, tanto da impedirmi persino di tracciare le meteore sulle cartine. Tra le meteore viste ha spiccato in luminosità un piccolo bolide di magnitudine -4. Pensate che cosa si sarebbe potuto osservare col cielo sereno.

Qui sotto è fornita la tabella riepilogativa della distribuzione per luminosità delle settanta meteore osservate la mattina del 18 novembre 2000.

18-11-2000 (1h 32m effettivi d'osservazione)
mv-4,0-3,0-2,5-2,0-1,5-1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 TOT
Leonidi 1 1 1 4 1 2 1 1 0 7 2 5 4 6 2 1 39
Leonidi 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 2 2 0 0 6
Leonidi 2 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2
Leonidi 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 2 0 1 0 0 4
Tauridi N 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 11
Tauridi S 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1
Alfa MON 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2 0 3
Chi ORI 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 2
Sporadiche0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 1 5 2 1 12
mv -4,0 -3,0 -2,5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 70

Tabella 1 - distribuzione delle meteore per magnitudine (fonte Lucio Furlanetto - CAST)

Nelle altre regioni italiane non c'è stato sereno totale, ma in alcune zone è comunque stato possibile realizzare buone osservazioni; nel Lazio Roberto Haver e Roberto Gorelli hanno fatto un buon lavoro. Un collega astrofilo col quale collaboro da oltre un anno, Massimo Russo di Reggio Calabria, mi ha inviato alcune immagini di meteore che ha ripreso la mattina del 18/11, tra le ore 1:30 e 4:30 TU. In questa pagina potete ammirare la traccia di una bella Leonide di magnitudine approssimativa -5, che appare nella costellazione dei Gemelli (Figura 1), la parte finale della traccia del superbolide di magnitudine approssimativa -16, apparso anch'esso nei Gemelli (almeno nella parte finale (Figura 2), con la scia di fumo che ha lasciato (Figura 3). Purtroppo la scia iniziale del corpo non è stata registrata fotograficamente, poiché non inquadrata perché troppo vicina alla Luna (la cui luminosità produce fastidiosi riflessi dentro le lenti dell'obiettivo).

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Figura 2 - La meteora appare nella costellazione dei Gemelli, al centro in alto. Fotografia di Massimo Russo di Reggio Calabria; obiettivo da 19 mm a f/3.8 - pellicola Kodak Supra 800 ISO - tempo d'esposizione 10 minuti. (Fonte Lucio Furlanetto - C.AS.T.)

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Figura 3 - La scia di fumo lasciata da un bellissimo bolide di magnitudine -16. Fotografia di Massimo Russo di Reggio Calabria; obiettivo da 19 mm a f/3.8 - pellicola Kodak Supra 800 ISO - tempo d'esposizione 10 minuti. (Fonte Lucio Furlanetto - C.AS.T.)

Rispetto all'osservazione del 1998 si sono conteggiate pochissime meteore di sciami minori, complice soprattutto la presenza della Luna di fase 0.55 (ultimo quarto) e le nuvole che hanno occultato questi radianti. Non abbiamo visto meteore luminosissime o superbolidi come nel 1998, quando erano apparse due brillanti di magnitudine -10 (una Leonide e una no). L'immagine di Russo evidenzia però che alcuni grossi meteoroidi, compreso questo superbolide, ci sono stati; una brillante meteora è stata avvistata tra le nuvole anche da Francesco e Paolo.

Noi a Palmanova abbiamo avuto la sensazione d'averne vista un'altra, ma essa era nascosta da una spessa coltre di nuvole, le quali non lasciavano filtrare nemmeno la luce della Luna (approssimativamente di magnitudine -10). Non oso nemmeno pensare a che cosa avremmo visto se il cielo fosse stato sereno in quel momento.

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Figura 4 - Grafico riepilogativo dell'attività delle Leonidi 2000, in base ai dati dell'IMO (Fonte: dottor Albino Carbognani - Dipartimento di Fisica Università di Parma)

Come si evince dal grafico del dottor Carbognani, nell'arco di tempo di una giornata l'attività dello sciame è calata di quaranta volte, ritornando ad un modesto ZHR di 10 +/- 5 (ore 9:00 TU del 19/11/2000).
Il prossimo appuntamento col massimo di questo sciame si avrà nella notte tra il 17 e 18 novembre 2001.

Per vedere l'intera gallery delle immagini riferite alle meteore, comprese quelle delle Leonidi riprese da Massimo Russo di Reggio Calabria, cliccate la pagina delle immagini delle meteore.


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Copyright © 2000 di Lucio Furlanetto (testo e tabella 1),
di Massimno Russo (immagini 1, 2, 3) e Albino Carbognani (immagine 4).

Pagina caricata in rete: 31 gennaio 2001; ultimo aggiornamento (2°): 10 maggio 2001