La domenica sera che i Marziani invasero il New Jersey

Il 30 ottobre 1938 una trasmissione radiofonica seminò il panico tra gli ascoltatori e ciò dimostra quanto fosse allora verosimile l'ipotesi di esseri alieni provenienti da un altro pianeta

di Gianfranco Benegiamo


Marte


Le opere pubblicate intorno alla fine dell'Ottocento da abili e appassionanti divulgatori, come Camille Flammarion e Percival Lowell, crearono nell'immaginario collettivo l'idea che esseri più evoluti dell'uomo potessero popolare il pianeta Marte (cortesia http://apod.nasa.gov/apod/image/9705/marsglobe3_viking_big.jpg).


Il 70° anniversario della messa in onda di un dramma radiofonico, liberamente tratto dal romanzo La guerra dei mondi dello scrittore inglese Herbert George Wells, offre qui l'opportunità per evidenziare quanto sia nel frattempo mutata l'idea che forme evolute di vita possano esistere su altri pianeti del sistema solare. Negli Stati Uniti del 1938, nonostante sia oggi difficile credere a una vicenda del genere, bastò che una voce anonima annunciasse alla radio l'atterraggio di alcune astronavi aliene per seminare il panico tra gli ascoltatori.

Il poco più che ventenne Orson Welles, principale ideatore della trasmissione, commentò a caldo l'accaduto pronunciando queste parole: "Furono le dimensioni della reazione ad essere sbalorditive. Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni al cielo e si strappava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottovalutato l'estensione della vena di follia della nostra America".

Welles non aveva alcuna intenzione di giocare uno scherzo al suo pubblico, tanto è vero che più volte gli annunciatori precisarono trattarsi di un radiodramma, anche se la trasmissione andò in onda la vigilia di Halloween. Questa festa popolare aveva assunto nell'America settentrionale, almeno nei primi decenni del Novecento, la connotazione di "notte degli scherzi" con ricorrenti atti di vandalismo che indussero le autorità a considerare addirittura l'opportunità di cancellarla dal calendario.

Ricostruire brevemente il particolare contesto sociale e culturale in cui la trasmissione andò in onda, giusto settant'anni addietro, può essere utile per comprendere quali cause scatenarono un'ondata di panico generalizzato. Senza trascurare il fatto che le conoscenze riguardanti Marte provenivano da opere di divulgazione capaci di conservare ancora immutata, nonostante fossero già da tempo superate, una grande influenza sul pubblico.

Nel tratteggiare il clima di quei giorni, inoltre, si accennerà al fatto che la messa in onda segnò pressappoco l'inizio del decennio definito età d'oro della fantascienza, ma soprattutto coincise con i sempre più distinti "rumori" di guerra provenienti dall'Europa. Solo considerando questi molteplici aspetti sarà possibile immergersi in una realtà sociale capace di credere, come risulta dal grande numero di persone coinvolte, all'invasione di Marziani decisi a conquistare la Terra.


Orson Welles


Orson Welles mentre interpreta il radiodramma La guerra dei mondi che settant'anni addietro seminò il panico tra gli ascoltatori americani annunciando l'invasione dei Marziani(cortesia http://it.wikipedia.org/wiki/Orson_Welles).


Gli inesistenti canali di Marte

Occorre rammentare l'involontaria "complicità" di un importante astronomo italiano, vale a dire Giovanni Virginio Schiaparelli, per spiegare come siano finiti gli alieni nel New Jersey. Le lunghe e sottili linee di colore scuro riconosciute e chiamate canali dal direttore dell'Osservatorio di Brera, infatti, rappresenteranno per diversi decenni uno degli aspetti più misteriosi delle superficie marziana.

In un articolo del 1893, pubblicato sulla rivista Natura e arte, Schiaparelli descrisse in questi termini la possibile origine delle singolari formazioni: "L'ipotesi più plausibile è quella di considerarle come zone di vegetazione, estese a destra e sinistra dei veri canali, i quali esistono sì lungo le medesime linee, ma non sono abbastanza larghi da poter essere veduti dalla Terra [...] La mente nostra non è avvezza a concepire tali grandiose opere come effetto di potenze comparabili a quella dell'uomo. Quando però dalla considerazione generale di questi fatti si scende allo studio minuto dei loro particolari, e soprattutto si ferma l'attenzione sopra le misteriose geminazioni e sulla straordinaria regolarità di forma ch'essi presentano, l'idea che qualche parte almeno secondaria vi possa avere una razza di esseri intelligenti non può essere considerata come interamente assurda. Anzi, al punto in cui siamo giunti, e data la verità delle cose sin qui esposte, tale supposizione perde quel carattere d'audacia che ci spaventava da principio, e diventa quasi una conseguenza necessaria".


Canali


Nella mappa di Marte disegnata nel 1890 da Schiaparelli si vedono i famosi canali che molti immaginarono essere l'opera di una civiltà più evoluta che quella terrestre (cortesia http:www.torinoscienza.it/galleria_multimediale/apri?obj_id=1545).


Il mito di esseri intelligenti sul Pianeta Rosso fu alimentata dall'altra parte dell'Atlantico da Percival Lowell, fondatore dell'omonimo Osservatorio di Flagstaff in Arizona e grande ammiratore di Schiaparelli, attraverso il libro di divulgazione scientifica Mars che dava per scontato come la presenza di canali, lunghi anche migliaia di chilometri, implicasse l'esistenza di una civiltà più evoluta che quella terrestre. Lowell descrisse la drammatica lotta dei Marziani, per garantirsi l'approvvigionamento idrico, affermando: "Abbiamo visto quanto scarsa sia l'acqua, a quanto sembra, su Marte. Così scarsa che gli abitanti di quel mondo devono irrigare per vivere. Per quel che riguarda la presenza di tale popolazione, le caratteristiche fisiche generali del pianeta non permettono di esprimere alcuna opinione [...] Ma esse hanno qualcosa di essenziale da dire in merito alle condizioni nelle quali la vita deve essere condotta. Esse mostrano che queste condizioni devono essere tali che nella mente marziana ci sia una questione perpetuamente superiore a tutti i nostri sindacati, suffragi femminili e questioni orientali messi assieme: la questione dell'acqua. Come procurarsi abbastanza acqua, per sostenere la vita, deve essere il grande problema di ogni giorno".

Le ricerche condotte dal naturalista inglese Alfred Russel Wallace, riportate nel libro Is Mars Habitable? del 1907, mostrarono l'infondatezza di queste fantasie. La superficie marziana, infatti, doveva essere molto più fredda di quanto stimato da Lowell e la pressione atmosferica troppo bassa per consentire la presenza di acqua allo stato liquido. Russel concludeva il saggio affermando che forme complesse di vita sul Pianeta Rosso sembravano impossibili. Durante l'opposizione del 1909, inoltre, l'astronomo Eugène Michael Antoniadi, utilizzando il telescopio da 83 cm dell'Osservatorio di Meudon, dimostrò che i canali erano solo un'illusione ottica generata dalla modesta qualità degli strumenti usati. Nonostante i risultati accumulati dai ricercatori rendessero sempre più inverosimile la presenza di altri pianeti abitati nel sistema solare, il mito dei Marziani continuò a sopravvivere. I numerosi romanzi di fantasia e la grande diffusione delle opere precedentemente pubblicate da abili e appassionanti divulgatori, come Camille Flammarion e lo stesso Lowell, resero difficile cancellare dall'immaginario collettivo l'idea che esseri più evoluti dell'uomo popolassero Marte.


Schiaparelli


Giovanni Virginio Schiaparelli, qui ritratto nel 1907 sulla copertina della Domenica del Corriere, disegnò mappe della superficie marziana caratterizzate da lunghe e sottili linee di colore scuro che chiamò canali (cortesia http://www.torinoscienza.it/img/orig/it/s00/00/0006/000006f2.jpg).


La guerra dei mondi

Le fantasiose ipotesi appena viste, derivate soprattutto dall'apparente presenza di canali irrigui artificiali, ispirarono anche lo scrittore inglese Herbert George Wells, considerato tra i fondatori del genere letterario chiamato poi fantascienza, che nel 1897 completò il romanzo La guerra dei mondi. L'opera descrive quali effetti potrebbe assumere a livello interplanetario il colonialismo, fenomeno contro il quale l'autore prese aperta posizione, a quel tempo esercitato da alcune nazioni europee per sottomettere ai propri interessi popolazioni di altri continenti economicamente meno dotate.

Nel primo capitolo del romanzo Wells rimarca la sua posizione anticolonialista con le seguenti parole, quando si riferisce agli invasori marziani: "Prima di giudicarli troppo severamente, dobbiamo ricordare quale crudele ed estrema distruzione la nostra stessa specie ha imposto, non solo su animali, come bisonte e dodo [uccello presente nell'Isola della Martinica sino alla seconda metà del XVII secolo], ma sulle sue razze inferiori. I Tasmaniani, nonostante le loro sembianze umane, sono stati interamente spazzati via dalla Terra, nello spazio di cinquant'anni, in una guerra di sterminio portata da immigranti europei. Siamo tali apostoli di pietà da lamentarci se i Marziani ci portassero guerra nello stesso spirito?". L'esempio negativo fornito dalla colonizzazione europea rese inevitabile che gli invasori del romanzo, più evoluti degli umani e spinti dalla mancanza d'acqua ad impadronirsi della Terra, fossero descritti come esseri d'inaudita crudeltà.

Gli alieni atterrati in varie località situate intorno a Londra inceneriscono subito, usando un misterioso "raggio di calore", le persone che tentano di stabilire qualche amichevole contatto. Completato l'assemblaggio di molte micidiali macchine da combattimento a tre gambe, tripodi, gli invasori seminano la distruzione e in poche settimane conquistano l'Inghilterra meridionale. Solo l'inattesa sensibilità ai batteri patogeni terrestri, nei confronti dei quali sono privi di difese immunitarie, riesce a vincere i Marziani dopo che hanno lasciato una tragica testimonianza del loro passaggio.

Il romanzo ottenne un grande successo e fu oggetto di una prima riduzione radiofonica, curata nel 1916 da Ronald Knox per l'emittente inglese BBC, alla quale secondo alcune ipotesi si ispirò più tardi l'attore e regista Orson Welles.


Amazing Stories


Questa copertina della rivista Amazing Stories del 1927 fu dedicata all'invasione marziana descritta da H.G.Wells nel romanzo La guerra dei mondi (cortesia http://linesonpaper.tripod.com/zamz827.jpg).


Il radiodramma della domenica sera

Durante gli anni '30 del secolo passato le famiglie si raccoglievano attorno alla radio, soprattutto la domenica sera, per ascoltare qualche trasmissione di intrattenimento dopo una lunga e faticosa settimana di lavoro.

Le interruzioni dei programmi principali, per lasciare spazio a importanti notizie di cronaca, erano ben note agli ascoltatori americani che avevano ancora fresco il ricordo degli annunci riguardanti la disastrosa inondazione del Mississippi, così come il tragico incendio del dirigibile Hindenburg al termine di una traversata atlantica. Alcune parti del radiodramma di Welles, infatti, ricalcano proprio la testimonianza data il 6 maggio 1937 dal radiocronista Herbert Morrison, durante l'atterraggio del dirigibile tedesco, mentre seguiva l'avvenimento nella stazione aeronavale di Lakehurst nel New Jersey. A partire dal marzo 1938, inoltre, le emittenti radiofoniche dedicarono grande spazio alle informazioni provenienti dall'Europa, dove si stavano svolgendo le mosse preliminari di ciò che darà inizio alla Seconda guerra mondiale. In questo periodo l'emittente Columbia Broadcasting System (CBS), rinunciando talvolta a spazi pubblicitari già acquistati dagli inserzionisti, si guadagnò una notevole reputazione per la qualità dei servizi trasmessi sullo sviluppo della situazione internazionale.

Fantasia e talento portarono Welles a dirigere, iniziando nell'estate dello stesso anno, un programma radiofonico settimanale per questa emittente che figurava tra le principali degli Stati Uniti. Risaliva a poco tempo prima il debutto del giovane attore a Brodway, quando era appena diciannovenne, interpretando in teatro la parte di Tebaldo nel Romeo e Giulietta di William Shakespeare, ma sarà il suo modo di proporre le opere classiche in maniera del tutto originale a fargli meritare grande attenzione da parte di pubblico e critica. Insieme al regista e produttore John Houseman fondò una compagnia teatrale che quasi subito raccolse i primi importanti successi: memorabile fu la messa in scena del Giulio Cesare di Shakespeare, ambientato nell'Italia fascista. Insieme a questa compagnia, ribattezzata per l'occasione The Mercury Theatre On The Air, propose agli ascoltatori adattamenti di celebri romanzi come L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson e Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne.


Grover's Mill


Nella cittadina di Grover's Mill, situata nel New Jersey, sorge il monumento eretto sul luogo del finto sbarco dei Marziani annunciato nel 1938 dal radiodramma di Orson Welles (cortesia http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a3/Landingsite_statue.JPG).


Desiderando portare alla radio un genere letterario molto popolare in quegli anni, la fantascienza, iniziò a cercare un testo adatto allo scopo. La scelta cadde su La guerra dei mondi e subito dopo il nulla osta, rilasciato dai responsabili dell'emittente, Howard Kock curò la sceneggiatura e il giovane Welles fu come al solito incaricato della direzione artistica. Le prime registrazioni di prova, però, sembravano prive del mordente presente nel romanzo e quindi fu deciso di ambientare le vicende negli Stati Uniti di quei giorni. Particolarmente efficace risultò poi l'idea di utilizzare, come tecnica narrativa, brevi notiziari che ben presto si trasformano in veri bollettini di guerra.

Il programma, trasmesso dal ventesimo piano di un grattacielo situato nella centralissima Madison Avenue di New York, iniziò come un tradizionale spettacolo musicale, ma fu quasi subito interrotto dall'annuncio riguardante alcune strane esplosioni osservate dagli astronomi sul pianeta Marte. Poco dopo un nuovo comunicato riferì della caduta a Grover's Mill, piccolo villaggio nel New Jersey, di quello che in un primo momento sembrava essere solo un grosso meteorite. La telecronaca fu poi affidata a un giornalista, inviato sul luogo dell'impatto, che rivelò la vera natura degli oggetti caduti dal cielo: vale a dire razzi con a bordo dei Marziani capaci di incenerire le persone usando una sorta di "raggio della morte". Commenti e interviste, in una successione sempre più incalzante, riferirono delle numerose navi aliene atterrate in varie città del Paese, distruggendo ponti e autostrade, ma soprattutto spargendo nell'aria nubi di gas velenoso. La finzione diventò verosimile alternando la descrizione delle azioni militari, messe in atto dai Marziani per conquistare la Terra, con l'intervista a un generale dell'esercito e l'appello rivolto alla nazione da un imprecisato Segretario degli Interni.


Tripod


Questa scultura sistemata a Woking, cittadina inglese del Surrey che ospitò a lungo lo scrittore G.H. Wells e luogo in cui nel romanzo La guerra dei mondi atterrano i Marziani, rappresenta la micidiale macchina di distruzione aliena chiamata tripode (cortesia http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/67/Woking_tripod.JPG).


Il panico contagia l'America

Migliaia di telefonate intasarono centrali di polizia, redazioni di giornali e stazioni radiofoniche, ancora prima che la trasmissione terminasse, per sapere quali misure di protezione erano state attivate al fine di fronteggiare l'invasione aliena. Il fenomeno fu tanto rilevante da indurre l'agenzia giornalistica Associated Press, già alle ore 20:48 (Tempo della Costa Orientale), a lanciare un'agenzia stampa con il seguente contenuto: "Le domande rivolte questa sera ai giornali dai radioascoltatori di tutti gli Stati Uniti, circa il meteorite caduto uccidendo alcuni abitanti del New Jersey, sono il risultato di una rappresentazione drammatica". La centrale di polizia di New York, invece, diffuse tramite le telescriventi questo messaggio: "La stazione WABC ci informa che la trasmissione appena terminata era la messa in scena di una commedia. Non esiste motivo di allarme".

Durante la notte nelle strade si crearono comunque code di automobili che tentavano di allontanarsi dall'avanzata degli alieni, mentre numerose persone presero d'assalto treni e corriere. Qualcuno, addirittura, corse al più vicino aeroporto per prenotare il primo volo diretto in Europa. Chiese e congregazioni, affollate da fedeli in cerca di conforto spirituale, trasformarono i servizi serali in preghiere per allontanare l'imminente "fine del mondo". L'isteria di massa prese dimensioni tali da indurre i più fragili a convincersi e raccontare, rivolgendosi anche agli agenti di polizia, di avere visto gli invasori. Solo dopo le prime luci del mattino e l'uscita dei giornali nelle edicole, con la spiegazione di come erano effettivamente andate le cose la sera prima, tornò finalmente la calma. Ma oltre a danni materiali per svariati milioni di dollari, il bilancio di quella folle notte del 30 ottobre 1938 conterà anche parecchi feriti e alcuni morti.

Indubbiamente in quegli anni il mezzo radiofonico aveva un enorme potere di condizionamento, con la televisione ancora in fase sperimentale, ma sembra che l'abile manipolazione di Welles fosse comunque insufficiente da sola a giustificare il panico scatenato dal radiodramma. Tra le maggiori preoccupazioni che in quel periodo assillavano gli abitanti degli Stati Uniti, oltre il perdurare della crisi economica iniziata quasi una decina d'anni prima con la Grande depressione, c'era sicuramente la possibilità di una nuova guerra in Europa. Nel marzo 1938, infatti, la Germania annunciò l'annessione dell'Austria e solo poche settimane prima della trasmissione radiofonica di Welles le truppe naziste invasero i territori Sudeti della Cecoslovacchia.

La diffusa sensazione di pericolo, inoltre, portò nel corso dello stesso anno all'istituzione della Commissione per le attività antiamericane che più tardi, sotto la guida del senatore Joseph Raymond McCarthy, avviò una sorta di "caccia alle streghe". In questo contesto i Marziani del radiodramma di Welles, già protagonisti di molti racconti pubblicati negli Usa da riviste come Amazing Stories fondata da Hugo Gernsback e Astounding Science Stories dell'editore Orlin Tremaine, diedero corpo alle molte paure che da tempo aleggiavano nel Paese.

In questo contesto storico la radiocommedia trasmessa dalla CBS, una domenica intorno all'ora di cena, scatenò il finimondo anche se gli indici di ascolto del programma erano piuttosto modesti. Secondo alcune ricerche, infatti, seguirono il programma di Welles circa 6 milioni di persone, mentre almeno 30 milioni preferirono le musiche da ballo messe in onda alla stessa ora dall'emittente concorrente National Broadcasting Company (NBC).

Gli studi condotti molti anni più tardi, per comprendere quali meccanismi favorirono un contagio di panico così esteso, portano a ritenere che molti ascoltatori si sintonizzarono sul radiodramma già iniziato quando la NBC mandò in onda un lungo brano d'opera. Gli annunci drammatici di Welles e compagni, pertanto, sembrarono veri a queste come alle altre persone che accesero la radio a trasmissione iniziata. Tra gli ascoltatori c'erano anche alcuni geologi dell'Università di Princeton che, per amore della scienza, andarono prontamente a cercare il "meteorite" caduto nei pressi del loro ateneo. Grover's Mill diventò così la meta di una folla sempre più numerosa, con alcune auto della polizia inviate sul posto per controllare la situazione, e ben presto la scena sembrò proprio quella descritta alla radio.


Orson Welles


Orson Welles, poco dopo la messa in onda della Guerra dei mondi, mentre risponde alle domande dei giornalisti (cortesia http://www.authentichistory.com/1930s/otr/images/orson_welles_19381031.html).


Dopo l'accaduto la National Association of Broadcasters, attraverso il suo presidente Neville Miller, espresse formali scuse per il fraintendimento causato dal programma, mentre il vice presidente della CBS assicurò che non sarebbe stata mai più utilizzata la tecnica di inserire notiziari radiofonici simulati all'interno dei radiodrammi. Anche Orson Welles, responsabile dell'originale adattamento radiofonico, presentò le sue scuse al pubblico e a parziale discolpa affermò: "Mi sembra un sogno che la favola di un'invasione marziana potesse risultare tanto verosimile".

Lo scalpore generato dalla vicenda procurò un'enorme pubblicità a Welles che poco dopo si vide offrire dalla RKO Radio Pictures, una delle cinque major cinematografiche del tempo, un contratto per "girare" tre film a Hollywood. Sia pure involontariamente, pertanto, i tanto temuti Marziani contribuirono alla realizzazione di Quarto potere (Citizen Kane, 1941), insignito del Premio Oscar per la "Migliore sceneggiatura originale" scritta da Herman J. Mankiewicz e dallo stesso Welles, che oggi è considerato un capolavoro nella storia del cinema.

La breve ricostruzione degli avvenimenti che seminarono il panico una domenica sera di settant'anni addietro, per il timore di un'invasione aliena, rivela i profondi cambiamenti portati dall'esplorazione spaziale e dalle scoperte scientifiche all'idea che esseri intelligenti possano abitare Marte.


Gianfranco Benegiamo

Settembre 2008


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Pagina caricata in rete: 20 settembre 2008; ultimo aggiornamento (1º): 21 settembre 2008