ELEMENTI ORBITALI

Ciò avviene quando sono disponibili ancora poche osservazioni e sono di solito "determinazioni a due corpi", il che significa che solo l'oggetto scoperto ed il Sole vengono tenuti in considerazione con, naturalmente, la Terra come di luogo d'osservazione; questi calcoli preliminari vengono effettuati impiegando solo questi sei elementi orbitali.
Essi sono:
tempo del passaggio al perielio (T) (alcune volte invece viene usata una misura angolare chiamata "anomalia pricipale", (M));
distanza del perielio (q), di solito riportata in UA;
eccentricità dell'orbita (e);
e tre angoli (con i quali si specifica l'equinozio):
l'argomento del perielio (lettera omega minuscola);
la longitudine del nodo ascendente (lettera omega maiuscola)
e l'inclinazione (i) dell'orbita rispetto all'eclittica.

Nel caso di oggetti del sistema solare come comete o pianeti, bisogna considerare la perturbazione gravitazionale degli altri pianeti del sistema solare (non necessariamente il Sole); quando viene fatta questa considerazione uno di questi viene chiamato "osculating element" (elemento osculatore: in matematica ci si riferisce a ciò quando delle curve hanno un contatto di second'ordine, cioè tripunto, che cambia sempre nel tempo e che perciò deve avere un periodo stabilito di validità).


La definizione è stata tradotta dalla pagina del glossario del sito internet di MPC/CBAT/ICQ.
A loro volta alcuni riferimenti per alcune delle definizioni di questo Glossario vennero prese da altre fonti; in particolare dall'annuale Astronomical Almanac (Washington: U.S.G.P.O.), da The Explanatory Supplement to the Astronomical Almanac, ed. di P. K. Seidelmann (1992, Mill Valley, CA; University Science Books), da A Manual of Spherical and Practical Astronomy, di W. Chauvenet (1960, New York: Dover), 1, 603 e dallo Spherical Astronomy di E. W. Woolard e G. M. Clemence (1966, New York: Academic Press).

Si ringraziano tutti gli autori e si ricorda che essi detengono i diritti d'autore sulle rispettive parti.


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