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Un rimorchiatore per intercettare asteroidi pericolosi

Gentile concessione dell'autore


Ogni anno nell'atmosfera terrestre penetrano oltre 100 milioni di detriti provenienti dallo spazio profondo. Ma come difenderci da oggetti più grandi e pericolosi? E' allo studio lo sviluppo di nuovi mezzi spaziali: rimorchiatori spaziali.

Il nuovo mezzo spaziale, anziché avere nell'esplorazione il suo obbiettivo, altro non sarà che un semplice rimorchiatore. Il nuovo veicolo dovrà possedere un propulsore capace di raggiungere un determinato oggetto, agganciarlo e trasportarlo o deviarne il moto. Questo nuovo mezzo però risulterebbe molto pesante e richiederebbe una potenza sproporzionata all'attuale parco macchine e motori, oggi presente.

Un simile veicolo avrebbe bisogno d'una quantità di propellente enorme, e difficilmente potrebbe essere lanciato da un solo vettore. Portare i componenti in orbita con l'attuale tecnologia di propulsione non sarebbe conveniente; i motori dei mezzi "tradizionali" sfruttano il combustibile miscelato con ossidante, in una camera di combustione. Questo procedimento non può garantire la forza necessaria per spingere in orbita un veicolo o pezzi di un veicolo molto pesanti.

L'ipotesi di assemblare il rimorchiatore nello spazio potrebbe risolvere alcuni problemi, ma i calcoli degli scienziati mostrano che gran parte dei componenti necessitano di più vettori per imprimere la forza necessaria per alzarsi da terra.

Pertanto questi progetti rimangono sulla carta, mentre è allo studio lo sviluppo d'un mezzo che possa venir lanciato da un solo razzo, come l'Ariane 5, il Titan IV o il Proton. Anche se si riuscisse a ridurre il peso del veicolo, portandolo a meno di 20 tonnellate, senza diminuirne le capacità di svolgere il lavoro, sarebbe comunque richiesto un reattore a fissione nucleare per svolgere il compito.

Oggi l'impulso d'un razzo a combustione chimica raggiunge i 425 secondi nel vuoto, ma per compiere operazioni di rimorchio sarebbe necessaria una capacità d'impulso pari a 10.000 secondi. Tale prestazione non è raggiungibile con la tecnologia a combustione chimica, ma non è una tecnologia estranea a noi. Come già indicato, la fissione nucleare può essere la risposta, ma si potrebbero utilizzare pure motori elettrici.

I motori elettrici sfruttano campi elettromagnetici, accelerano degli ioni fino ad espellerli ad alta velocità da ugelli di scarico. Questa tecnologia è già stata impiegata con la sonda Deep Space 1 della NASA nel 1998 e la Smart-1 dell'ESA.

La NASA, comunque, lavora a vari progetti di motori e sta impegnandosi anche sul fronte della sicurezza per eventuali propulsori a fissione nucleare. Tali motori sarebbero inattivi durante il lancio; risultando "freddi" non producono reazione, la quale causerebbe la svolta radioattiva del combustibile nucleare (la radioattività incrementa successivamente all'accensione del motore e a un lungo funzionamento). L'accessione del motore avverrebbe solo nello spazio, azzerando i rischi per l'ambiente. Quanto descritto è una tecnologia in fase di test presso il Los Alamos National Laboratory, con il un motore all'uranio SAFE-1000.

Si prevede che i primi esemplari di rimorchiatori saranno operativi nel 2015. Per il momento non risulta possibile ipotizzare altro. Un rimorchiatore sarà sviluppato, probabilmente, con braccia meccaniche per afferrare l'oggetto da rimorchiare e pochi altri strumenti.

Per approfondire l'argomento consiglio di visitare i seguenti siti:
http://impact.arc.nasa.gov
http://neo.jpl.nasa.gov/neo/pha.html
http://www.nasa.gov

Inoltre è disponibile il sito della futura missione b612, prima operazione di ancoraggio ad un asteroide: http://www.b612foundation.org


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