VENERA


La tabella qui sotto riporta la serie delle sonde sovietiche Venera che hanno toccato la superficie del pianeta lasciandovi oggetti artificiali. Non sono però compresi oggetti come i paracadute e gli scudi termici. Dopo la tabella c'è una scheda per ogni missione che sono riuscito a rintracciare. Le informazioni che leggerete sono tratte da varie fonti, in particolare dai siti della NASA, oltre che da Wikipedia e altre fonti.

Oggetto spaziale Nazio-
nalità
Lanciato Entrata in atmosfera Massa (kg) Breve descrizione della missione (per maggiori informazioni leggete le schede dopo la tabella) Coordinate atterraggio
Venera 1 URSS 12/02/1961 ========= 643,5 Andata persa il 19/02/1961, una settimana dopo il lancio da Baikonur. ============
Venera 2 URSS 12/11/1965 27/02/1966 963 Flyby ============
Venera 3 URSS 16/11/1965 01/03/1966 958 Probabilmente si è schiantata sul pianeta.  ?
Venera 4 URSS 12/06/1967 18/10/1967 1106 Venera 4 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik (67-058B) per una missione di studio diretto dell'atmosfera. 19° N, 38° E
Venera 5 URSS 05/01/1969 16/05/1969 1130 Venera 5 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik (69-001C) per una missione che ottenesse dati dell'atmosfera. La navicella spaziale era simile a quella del Venera 4, sebbene avesse un disegno più massiccio, e trasmise dati per 53 minuti mentre scendeva nell'atmosfera appesa ai paracaduti. 3° S, 18° E
Venera 6 URSS 10/01/1969 17/05/1969 1130 Venera 6 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik (69-002C) per una missione che ottenesse dati dell'atmosfera. La navicella era simile alla Venera 4, sebbene avesse un disegno più massiccio come la 5, e trasmise dati per 51 minuti mentre scendeva nell'atmosfera appesa ai paracaduti. 5° S, 23° E
Venera 7 URSS 17/08/1970 15/12/1970 1180 Venera 7 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik per una missione che studiasse l'atmosfera e altri fenomeni del pianeta. Trasmise dati per 35 minuti a potenza normale (e 23 minuti a debole potenza) mentre scendeva nell'atmosfera appesa ai paracaduti. 5° S, 351° E
Venera 8 URSS 27/03/1972 22/07/1972 1180 Sopravvissuta per 50 minuti. 10° S, 335° E
Venera 9 URSS 08/06/1975 22/10/1975 2015 Sonda da 5 tonnellate di peso fu lanciata mediante un vettore Proton. Il sistema era attrezzata per l'atterraggio e così rinviò a terra le prime immagini (in bianco e nero) della superficie di Venere, dove il lander sopravvisse per 53 minuti prima di soccombere. 32° N, 291° E
Venera 10 URSS 14/06/1975 25/10/1975 2015 Si separò dall'orbiter il 23 ottobre, atterrando il 25 Ottobre 1975 alle ore 05:17 UTC, col sole praticamente allo zenit. Misurò la distribuzione di pressione e temperatura a varie altezze, fotografò il suolo e misurò la velocità del vento al suolo. 16° N, 291° E
Venera 11 URSS 09/09/1978 25/12/1978 2015 Il suo modulo di discesa era stato disegnato per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nuvole e il bilanciamento termico dell'atmosfera. Sopravvisse operativamente per ben 95 minuti, ma purtroppo non ritrasmise immagini della superficie. 14° S, 299° E
Venera 12 URSS 14/09/1978 21/12/1978 2015 Il lander portava strumenti progettati per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nubi, il bilanciamento termico dell'atmosfera. La discesa durò circa un'ora e rimase operativo per 110 minuti. 7° S, 294° E
Venera 13 URSS 30/10/1981 01/03/1982 2015 Portava strumentazione atta a prendere misurazioni chimiche e isotopiche, monitorare lo spettro di dispersione della luce solare e registrare le scariche elettriche durante la sua fase di discesa attraverso l'atmosfera venusiana. Il lander era dotato di videocamere per prendere immagini della superficie, un penetrometro dinamico caricato a molla per misurare la compressibilità del suolo, una camera a pressione per la "cottura del campione di suolo" prelevato, uno spettrometro a fluorescenza X, e un sismometro per condurre investigazioni sulla superficie. 7.5° S, 303° E
Venera 14 URSS 04/11/1981 05/03/1982 2015 Portava strumentazione atta a prendere misurazioni chimiche e isotopiche, monitorare lo spettro di dispersione della luce solare e registrare le scariche elettriche durante la sua fase di discesa attraverso l'atmosfera venusiana. Il lander era dotato di videocamere per prendere immagini a colori della superficie, un penetrometro dinamico caricato a molla per misurare la compressibilità del suolo, una camera a pressione per la "cottura del campione di suolo" prelevato, uno spettrometro a fluorescenza X, e un sismometro per condurre investigazioni sulla superficie. 13.25° S, 310° E
Venera 15 URSS 02/06/1983 10/10/1983 4000 Il suo orbiter, assieme a quello della Venera 16, furono posti in un'orbita press'a poco polare con un periastro a 62° di latitudine Nord, con i loro piani orbitali sfasati di approssimativamente di un angolo di 4° l'una rispetto all'altra. In otto mesi mapparono l'emisfero settentrionale del pianeta fino ai 30° di latitudine nord (con una risoluzione di 1-2 km), fornendo una prima vera cartina superficiale del pianeta, anche se parziale: questo permise di studiare le proprietà superficiali del pianeta su ampia scala. 8.5° S, 164.5° E
Venera 16 URSS 07/06/1983 14/10/1983 4000 Il suo orbiter, assieme a quello della Venera 15, furono posti in un'orbita press'a poco polare con un periastro a 62° di latitudine Nord, con i loro piani orbitali sfasati di approssimativamente di un angolo di 4° l'una rispetto all'altra. In otto mesi mapparono l'emisfero settentrionale del pianeta fino ai 30° di latitudine nord (con una risoluzione di 1-2 km), fornendo una prima vera cartina superficiale del pianeta, anche se parziale: questo permise di studiare le proprietà superficiali del pianeta su ampia scala. 8.5° S, 164.5° E
Vega 1 modulo di discesa URSS 15/12/1984 1985 2500 Fu lanciata nel 1985 per studiare Venere e la cometa di Halley, utilizando il progetto base delle Venera, includendo landers e palloni atmosferici i quali rimandarono i dati per circa due giorni. 7.5° N, 177.7° E
Vega 2 modulo di discesa URSS 21/12/1984 1985 2500 Fu lanciata nel 1985 per studiare Venere e la cometa di Halley, utilizando il progetto base delle Venera, includendo landers e palloni atmosferici i quali rimandarono i dati per circa due giorni. 8.5° S, 164.5° E

Di seguito leggerete delle note sulle missioni che hanno interessato il pianeta, tradotte da varie fonti, soprattutto da quelle presenti ni siti internet della National Aeronautics and Space Admonistration e di Wikipedia. Ringrazio queste e tutte le altre fonti originali. Nota: Venera, il nome delle sonde sovietiche, significa Venere (Venus in inglese) e sono una serie di sonde conosciute in occidente come Venusik; furono sviluppate in URSS espressamente per raccogliere dati su Venere.
Leggendo complessivamente i risultati raggiunti dagli orbiter e dai probes, la serie di sonde automatiche che è stata mandata sul pianeta ha raccolto un buon numero di dati, mentre le immagini dirette, specialmente se paragonate a quelle delle missioni marziane, non molto poche. Bisogna considerare però la difficoltà di un atterraggio morbido con paracadute in un'atmosfera così estrema come quella venusiana, dove le sonde che riescono a toccare il suolo funzionano solo per un'ora o poco più. Discorso diverso è la mappatura radar in alta risoluzione, svolta egregiamente all'inizio del decennio scorso dalla sonda Magellan. Altre sonde hanno fatto mappature ma, in attesa della Venus Express, questo è stato il lavoro più completo. Venere si può mappare anche dalla Terra, ma la risoluzione è decisamente inferiore che non facendola con una sonda in orbita planetaria.

1VA (pre-Venera) - Flyby - lanciata il 4 Febbraio 1961 : Fallita l'entrata in orbita terrestre.
1VA (proto-Venera) - Flyby - launched February 4, 1961 : Failed to leave earth orbit.

Venera 1 - Flyby - lanciata il 12 Febbraio 1961 : Comunicazioni perdute nel viaggio per Venere.

La scheda di Venera 1.

Venera 2 - Flyby - lanciata il 12 Novembre 1965 : Comunicazioni perse appena prima dell'arrivo.

La scheda di Venera 2.

Venera 3 - Atmospheric Probe - lanciata il 16 November 1965 : Comunicazioni perse appena prima l'entrata nell'atmosfera. Questo fu il primo oggetto costruito dall'uomo ad atterrare su un altro pianeta nel Marzo 1966 (impatto). Probabile regione d'atterraggio : da -20° a 20° N, da 60° a 80° Est. I Venera probes da 3 a 6 furono simili. Pesavano approssimativamente una tonnellata e furono lanciati da un razzo del tipo Molniya, il quale include un (razzo) "bus" da crociera e una sonda sferica che entra nell'atmosfera. La sonda fu ottimizzata per misurazioni atmosferiche e non fu equipaggiata con nessun speciale apparato di atterraggio, sebbene ci fosse la speranza che essa potesse raggiungere la superficie ancora funzionante. Il bus penetrò l'atmosfera con la sonda d'entrata e bruciò. Le sonde trasmisero direttamente alla Terra.

La scheda di Venera 3.

Kosmos 96/Venera 4 - Sonda atmosferica - lanciata il 23 Novembre 1965: fallì l'entrata in orbita terrestre e rientrato nell'atmosfera. Creduto da alcuni ricercatori fosse precipitato vicino Kecksburg, in Pennsylvania il 9 Dicembre 1965, un evento il quale si sarebbe fatto conoscere come l' "Incidente Kecksburg" tra i ricercatori UFO. Tutte le sonde spaziali sovietiche che non raggiungono l'orbita terrestre sono rinominate come consuetudine "Kosmos" indifferentemente dagli intendimenti della missione della sonda.
Kosmos 96/Venera 4 - Atmospheric Probe - launched November 23, 1965 : Failed to leave Earth orbit, and reentered the atmosphere. Believed by some researchers to have crashed near Kecksburg, Pennsylvania on December 9, 1965, an event which became known as the "Kecksburg Incident" among UFO researchers. All Soviet spacecraft that never left Earth orbit were customarily renamed "Kosmos" regardless of the craft's intended mission.

Venera 4 - Sonda atmosferica - lanciata il 12 giugno 1967 e arrivata il 18 Ottobre 1967: fu la prima sonda a entrare nell'atmosfera di un altro pianeta e a rimandare dati. Sebbene essa non trasmise dalla superficie, questa fu la prima trasmissione interplanetaria di qualunque sonda. Entrando nell'atmosfera venusiana liberò due termometri, un barometro, un radioaltimetro, un misuratore della densità atmosferica, 11 analizzatori di gas e due trasmittenti operanti nella banda (lunghezza d'onda) DM. Il veicolo principale (bus), il quale trasportò le capsule sino Venere, includeva un magnetometro, un rilevatore di raggi cosmici, un indicatore della presenza di idrogeno e ossigeno, una trappola di particelle cariche. Dopo l'entrata nell'atmosfera liberò il sistema di paracaduti quando raggiunse un'altezza di 24,96 km. Atterrò in qualche posto vicino alla latitudine 19° N e longitudine 38° E.

La scheda di Venera 4.

Venera 5 - Sonda atmosferica - lanciata il 5 Gennaio 1969 e arrivata il 16 Maggio 1969: quando la sonda entrò nell'atmosfera, una capsula pesante 405 kg, e contenente strumentazione scientifica, fu eiettata dalla navicella principale. Durante la discesa verso la superficie, un paracadute si aprì e la velocità di discesa rallentò molto. Per 53 minuti, mentre la capsula era sospesa ai paracaduti, rimandò a terra i dati atmosferici prima che venisse distrutta dalla pressione prima dei 26 km dalla superficie (di altezza). La navicella spaziale portò con sé nella faccia oscura di Venere un medaglione indossato sulla divisa militare sovietica e un bassorilievo di V.I. Lenin. Atterrò a(lle coordinate) 3° S, 18° E.

La scheda di Venera 5.

Venera 6 - Sonda atmosferica - lanciata il 10 Gennaio 1969 e arrivata il 17 Maggio 1969: quando la sonda entrò nell'atmosfera, una capsula pesante 405 kg, e contenente strumentazione scientifica, fu eiettata dalla navicella principale. Durante la discesa verso la superficie, un paracadute si aprì e la velocità di discesa rallentò molto. Per 51 minuti, mentre la capsula era sospesa ai paracaduti, rimandò a terra i dati atmosferici. La navicella spaziale portò con sé nella faccia oscura di Venere un medaglione indossato sulla divisa militare sovietica e un bassorilievo di V.I. Lenin. Atterrò a(lle coordinate) 5° S, 23° E.

La scheda di Venera 6.

Venera 7 - Lander (veicolo d'atterraggio) - lanciata il 17 Agosto 1970 e arrivata il 15 Decembre 1970: dopo l'aerofrenata si aprì il sistema dei paracaduti. Fu la prima sonda spaziale di un altro pianeta atterrata con successo e subito dopo fu estratta l'antenna per inviare la prima trasmissione radio dalla superficie d'un altro pianeta. Essa inviò un segnale radio a potenza normale per 35 minuti, oltre che uno debolissimo per altri 23 minuti, prima di soccombere al calore e alla pressione. Atterrò a(lle coordinate) 5° S, 351° E.
La sonda Venera 7 fu inizialmente disegnata per sopportare le tremende condizioni presenti sulla superficie di Venere e per fare un atterraggio morbido. L'obiettivo scientifico della missione era limitato anche per un'insufficienza del quadro di comando, sebbene il controllo riuscisse nella compensazione dei dati di pressione e temperatura, i quali risultarono la prima misura diretta dalla superficie. Le misurazioni doppler delle sonde Venera 4, 5, 6, 7 furono le prime a evidenziare l'esistenza di venti zonali ad alta velocità (superiore a 100 m/s) nell'atmosfera venusiana, ora conosciuta come superrotazione.

La scheda di Venera 7.

Venera 8 - Lander - lanciata il 27 Marzo 1972, arrivò il 22 luglio 1972 e sopravvisse per 50 minuti prima di soccombere al calore e alla pressione (della superficie). Atterrata all'interno di un raggio di 150 km da(lle coordinate) 10.70° S, 335.25° E.
La Venera 8 fu equipaggiata con un set strumentale scientifico più completo per studiare la superficie (con un gamma-spettromentro e altro). Il veicolo di crociera delle Venera 7 e 8 era simile, con un design che derivava dalla missione Zond 3.

La scheda di Venera 8.

Venera 9 - Orbiter e Lander - Sonda da 5 tonnellate di peso, fu lanciata mediante un vettore Proton l'8 Giugno 1975; la navicella si separò dall'orbiter il 20 Ottobre 1975, e atterrò il 22 Ottobre 1975 alle ore 05:13 UTC, col sole quasi allo zenit. Essa disponeva di un circuito di raffreddamento a fluido per smaltire il forte calore e, durante la discesa, due gusci protettivi semisferici, tre paracaduti, un freno di resistenza a forma di disco e un ammortizzatore d'atterraggio metallico, compressibile e a forma di ciambella permisero alla sonda di giungere integra al suolo. Il sistema poté così rinviare indietro le prime immagini (in bianco e nero) della superficie di Venere, dove il lander sopravvisse per 53 minuti prima di soccombere per il calore e la pressione (al suolo).
Atterrò all'interno di un raggio di 150 km da(lle coordinate) 31.01° N, 291.64° E, circa a 2.220 km di distanza da dove sarebbe atterrata la gemella Venera 10.
I risultati preliminari indicarono:
(A) nubi spesse 30-40 km con la base a 30-35 km d'altezza;
(B) i costituenti atmosferici includevano HCl, HF, Br e I;
(C) una pressione superficiale di circa 90 atmosfere (terrestri);
(D) una temperatura superficiale di 485 °C;
(E) livelli di luce comparabile come quelli terrestri alle medie latitudino in una giornata nuvolosa estiva;
(F) le fotografie TV mostrarono ombre, apparentemente niente polveri nell'aria e una varietà di rocce da 30-40 cm di dimensione le quali non apparivano erose.
The Venera 9 to 14 probes were of a different design. Venera 9 landerThey weighed approximately five tons and were launched by the powerful Proton booster. They included a transfer and relay bus that had engines to brake into Venus orbit (Venera 9 and 10, 15 and 16) and to serve as receiver and relay for the entry probe's transmissions. The entry probe was attached to the top of the bus in a spherical heat shield. The probes were optimized for surface operations with an unusual looking design that included a spherical compartment to protect electronics from atmospheric pressure and heat for as long as possible. Beneath this was a shock absorbing "crush ring" for landing. Above the pressure sphere were a cylindrical antenna structure and a wide dish shaped structure that resembles an antenna but is actually an aerobrake. They were designed to operate on the surface for a minimum of 30 minutes. Instruments varied on different missions, but included cameras and atmospheric and soil analysis equipment. The Venera 9 and 10 landers had two cameras each. Only one functioned because the lens covers failed to separate from the second camera on each lander. The design was changed for Veneras 11 and 12, but this made the problem worse and all cameras failed on those missions. Veneras 13 and 14 were the only landers on which all cameras worked properly. The external link at the bottom of the page shows all lander imagery.

La scheda di Venera 9.

Venera 10 - Orbiter e Lander - lanciata il 14 Giugno 1975, si separò dall'orbiter il 23 ottobre, atterrando il 25 Ottobre 1975 alle ore 05:17 UTC, col sole praticamente allo zenit. Anch'essa disponeva d'un circuito di raffreddamento a fluido per smaltire il forte calore, il quale fu azionato prima dell'ingresso nell'atmosfera, permettendo al lander di sopravvivere ben 65 minuti dopo l'atterraggio, prima di soccombere per il calore e la pressione. Anch'essa, come la Venera 9, disponeva di due gusci protettivi semisferici, con dentro i tre paracaduti, poi (più internamente) d'un freno di resistenza a forma di disco ed un ammortizzatore d'atterraggio metallico, compressibile e a forma di ciambella, i quali permisero alla sonda di giungere integra al suolo.
Atterrò all'interno di un raggio di 150 km da(lle coordinate) 15.42° N, 291.51° E, circa a 2.220 km di distanza da dove sarebbe atterrata la gemella Venera 9.
I risultati preliminari indicarono:
(A) come profilo d'altitudine (in km) con la pressione (in atmosfere terrestri) e la temperatura (in gradi Celsius) i seguenti valori: a 42 km di quota / 3.3 atm / 158 °C, a 15 km di quota / 37 atm / 363 °C e 0 km (livello del suolo) / 92 atm / 465 °C;
(B) le fotografie TV mostrarono larghe rocce a forma di pancake (un largo dolce a forma di focaccia) con lava e altre rocce soggette a fenomeni atmosferici;
(C) un vento in superficie con velocità di 3,5 m/s (12,6 km/h).

La scheda di Venera 10.

Venera 11 - Flyby e Lander - lanciata il 9 Settembre 1978 alle 03:25:39 UTC, il suo modulo di discesa era stato disegnato per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nuvole e il bilanciamento termico dell'atmosfera. Il lander si separò dalla navicella madre (piattaforma di volo) il 23 Dicembre 1978 e, entrando nell'atmosfera a 11,2 km/s, il 25 dicembre 1978 alle 08:24 UTC effettuò un atterraggio morbido sulla superficie alle dopo una discesa negli spessi strati atmosferici durata approssimativamente un'ora. Durante questo intervallo di tempo essa effettuò una prima aerofrenata, poi si aprirono i paracaduti che terminarono la frenata atmosferica, permettendo alla sonda di effettuare il touchdown (toccare il suolo) a una velocità di 7-8 m/s (corrispondenti a 25-29 km/h). Le informazioni al suolo furono trasmesse alla piattaforma in volo, la quale le ritrasmise alla Terra. Il lander sopravvisse ben 95 minuti, ma purtroppo il sistema video fallì (NdT: cioé non trasmise) le immagini a terra. Atterrò a(lle coordinate) 14° S 299° E.

La scheda di Venera 11.

Venera 12 - Flyby e Lander - lanciata il 14 Settembre 1978 alle 02:25:13 UTC, il modulo di discesa si separò dalla piattaforma di volo il 19 dicembre 1978. Esso portava gli stessi strumenti della missione Venera 11, progettati per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nubi, il bilanciamento termico dell'atmosfera. Il lander entrò nell'atmosfera a 11,2 km/s il 21 dicembre 1978 ed effettuò un atterraggio morbido sulla superficie alle 08:30 UTC dopo una discesa negli spessi strati atmosferici durata approssimativamente un'ora. Durante questo intervallo di tempo essa effettuò una prima aerofrenata, poi si aprirono i paracaduti che terminarono la frenata atmosferica, permettendo alla sonda di effettuare il touchdown (toccare il suolo) a una velocità di 7-8 m/s (corrispondenti a 25-29 km/h). Trasmise i suoi dati alla piattaforma in volo per ben 110 minuti dopo il touchdown, sino a che essa si allontanò troppo ed uscì dalla portata di trasmissione della sonda. Il lander registrò che cosa è considerato luminoso, fornendo una prima scala di luminosità. Atterrò a(lle coordinate) 7° S 294° E.

La scheda di Venera 12.

Venera 13 - Flyby e Lander - Le Venera 13 e Venera 14 furono una coppia di sonde identiche per l'esplorazione di Venere, avvantaggiandosi in questo modo dell'opportunità offerta dalla finestra di lancio del 1981 e risparmiando così molto nel costo complessivo per il fatto che il progetto era il medesimo. Partirono a cinque giorni di distanza l'una dall'altra, la Venera 13 il 30 ottobre 1981 alle 06:04:00 UTC e la Venera 14 il 4 novembre 1981 alle 05:31:00 UTC, ciascuna di esse con una massa di 760 Kg. Ciascuna missione consisteva di un "bus" (veicolo per il percorso interplanetario) al quale era unita la navicella di discesa (che avrebbe attraversato l'atmosfera e sarebbe atterrata al suolo). Il lander, cioé la navicella di discesa, portava un contenitore a pressione sigillato ermeticamente, mentre molta della strumentazione e dell'elettronica erano montati sulla piattaforma di atterraggio di forma circolare, il tutto sormontato dall'antenna di trasmissione che provvedeva al collegamento col bus, il quale a sua volta faceva da relay (effettuava un ponte radio) verso la Terra. Il design della sonda era simile a quello dei lander Venera 9-12 e portava strumentazione atta a prendere misurazioni chimiche e isotopiche, monitorare lo spettro di dispersione della luce solare e registrare le scariche elettriche durante la sua fase di discesa attraverso l'atmosfera venusiana. Il lander era dotato di videocamere per prendere immagini della superficie, un penetrometro dinamico caricato a molla per misurare la compressibilità del suolo, una camera a pressione per la "cottura del campione di suolo" prelevato, uno spettrometro a fluorescenza X, e un sismometro per condurre investigazioni sulla superficie.
Dopo quattro mesi di tragitto verso Venere, il veicolo di discesa si separò dal "bus" e s'immerse nell'atmosfera venusiana, Venera 13 il 1° marzo 1982, mentre Venera 14 lo fece il 5 marzo 1982. Dopo l'ingresso nell'atmosfera il paracadute fu aperto, quello di Venera 13 il 1° marzo 1982 e quello di Venera 14 il 5 marzo 1982. A un'altitudine di 50 km il paracadute fu rilasciato e una semplice aerofrenata fu usata per il resto del tragitto verso la superficie. La sonda sopravvisse per ben 2h 7m (127 m) in un ambiente circostante posto alla temperatura di 457°C e con una pressione di 84 atmosfere terrestri (corrispondenti a 8,5 MPa), anche se in fase progettuale si era stimata una sopravvivenza di soli 32 minuti.
Venera 13 fu la prima sonda mandare immagini a colori della superficie del pianeta e a registrare un suono su un altro pianeta. La sonda Huygens fu la seconda (su Titano, satellite di Saturno). Venera 13 atterrò a(lle coordinate) 7° 30' S, 303°, appena a est della parte esterna dell'elevata regione conosciuta come Phoebe Regio, a 950 km dalla Venera 14. L'area era composta da un affioramento di rocce nuove circondato da un suolo scuro, a grana fine. Dopo l'atterraggio una camera prese immagini del panorama e un trapanatore meccanico si estese verso la superficie prelevandone un campione, il quale fu depositato in una camera chiusa ermeticamente, mantenuto ad una temperatura di 30°C a una pressione di 0,05 atmosfere terrestri (corrispondenti a 5 kPa). La composizione del campione fu determinata mediante uno spettromentro a fluerescenza X, classificandolo come una roccia del tipo basalto di leucite (gabbro alcalino melanocratico debolmente differenziato?) Atterrò a(lle coordinate) 7.5° S, 303° E.

La scheda di Venera 13.

Venera 14 - Flyby e Lander - lanciata il 14 Novembre 1981, dopo quattro mesi di tragitto verso Venere, il veicolo di discesa si separò dal "bus" e s'immerse nell'atmosfera venusiana il 5 marzo 1982. Dopo l'ingresso nell'atmosfera il paracadute fu aperto; a un'altitudine di 50 km il paracadute fu rilasciato e una semplice aerofrenata fu usata per il resto del tragitto verso la superficie. Portava strumentazione atta a prendere misurazioni chimiche e isotopiche, monitorare lo spettro di dispersione della luce solare e registrare le scariche elettriche durante la sua fase di discesa attraverso l'atmosfera venusiana. Il lander utilizzava una camera a pressione per la "cottura del campione di suolo", uno spettrometro a fluorescenza X, un trapano campionatore della superficie, un penetrometro dinamico e un sismometro per condurre investigazioni sulla superficie. Entrambi i lander erano dotati di videocamere per prendere immagini della superficie e un dispositivo caricato a molla per misurare la compressibilità del suolo. La camera con finestra di quarzo era coperta da un cappuccio di lenti le quali scoppiavano all'esterno dopo la discesa (NdT: per liberare l'obbiettivo).
Venera 14 atterrò a circa 950 km a sudovest di Venera 13, presso il fianco esterno di Phoebe Regio, alle coordinate 13° 15' S, 310° E, un terreno basaltico toleitico. La composizione del campione fu determinata mediante spettroscopia a fluorescenza X, la quale mostrò che il terreno era simile al fondo dei crimali medio-oceanici della Terra. Il lander sopravvisse per 57 minuti in un ambiente con una tempreratura di 465 °C e una pressione di 94 atmosfere terrestri (cirrispondenti a 9,5 MPa).

Venus surface: 121 KB; click on the image to enlarge

   

Immagine 1 - La superficie di Venere ripresa fotograficamente dalla sonda sovietica Venera 14, che atterrò sul pianeta nel 1982. A causa delle proibitive condizioni ambientali, queste sonde trasmisero alcune immagini solo nella prima ora dopo l'atterraggio.

Cliccando l'immagine l'aprirete a 983 x 492 pixel.

Image credit: Agenzia Spaziale Sovietica (URSS-1982)

La scheda di Venera 14.

Venera 15 - Orbiter - lanciata il 2 Giugno 1983 ed arrivata il 10 Ottobre 1983; con la Venera 16 mappò l'emisfero settentrionale del pianeta fino ai 30° di latitudine nord (con una risoluzione di 1-2 km).
Le due sonde erano virtualmente identiche, come l'intera serie delle Venera (dalla 9 alla 14) era simile nella sua base strutturale mentre, in base alla specifica missione, il team costruttivo operava un cambiamento minimo, di solito relativo alla sola strumentazione. Nel caso delle Venera 15 e 16 la sonda in discesa fu rimpiazzata con l'equipaggiamento d'un radar ad apertura sintetica (SAR), sintonizzato nella banda radio degli 8 centimetri, e d'un radio altimetro. Questo permise di studiare le proprietà superficiali del pianeta su ampia scala. Le due navicelle gemelle furono poste in un'orbita press'a poco polare con un periastro a 62° di latitudine Nord, con i loro piani orbitali sfasati di approssimativamente di un angolo di 4° l'una rispetto all'altra: fu scelta questa opzione per poter reinquadrare un'area se necessario. In otto mesi mapparono l'intera superficie loro assegnata e fornirono una prima vera cartina superficiale del pianeta, anche se parziale.

La scheda di Venera 15.

Venera 16 - Orbiter - lanciata il 7 Giugno 1983 ed arrivata il 14 Ottobre 1983; con la Venera 15 mappò l'emisfero settentrionale del pianeta fino ai 30° di latitudine nord (con una risoluzione di 1-2 km).
Le due sonde erano virtualmente identiche, come l'intera serie delle Venera (dalla 9 alla 14) era simile nella sua base strutturale mentre, in base alla specifica missione, il team costruttivo operava un cambiamento minimo, di solito relativo alla sola strumentazione. Nel caso delle Venera 15 e 16 la sonda in discesa fu rimpiazzata con l'equipaggiamento d'un radar ad apertura sintetica (SAR), sintonizzato nella banda radio degli 8 centimetri, e d'un radio altimetro. Questo permise di studiare le proprietà superficiali del pianeta su ampia scala. Le due navicelle gemelle furono poste in un'orbita press'a poco polare con un periastro a 62° di latitudine Nord, con i loro piani orbitali sfasati di approssimativamente di un angolo di 4° l'una rispetto all'altra: fu scelta questa opzione per poter reinquadrare un'area se necessario. In otto mesi mapparono l'intera superficie loro assegnata e fornirono una prima vera cartina superficiale del pianeta, anche se parziale.
Nel giugno 1984 Venere passò in congiunzione superiore al Sole, cioé transitò dietro al Sole rispetto alla Terra. Non era possibile nessuna trasmissione, tanto in quel momento per mappare le aree non ancora fatte l'orbita della Venera 16 era ruotata indietro di 20° e fu persa durante questo periodo.

Strumentazione delle Venera 15 e 16

Radar ad Aperture Sintetica (SAR)
Il sistema radar ad apertura sintetica (SAR) delle Venera 15 e 16 era identico, e fu usato per mappare la superficie di Venere a una risoluzione compresa tra 1 e 2 km (da 0,6 a 1,2 miglia) lungo un periodo di 8 mesi. Il radar è necessario per mappare la superficie di Venere perché il pianeta è coperto da uno strato ininterrotto di spesse nubi. Il radar osservava di lato (con un angolo di 10°) e funziona nella banda di lunghezze d'onda degli 8 centimetri. Il sistema del radar consisteva di un'antenna del diametro di 6 metri con davanti un'antenna parabolica "a piatto" da 1,4 metri di diametro collegata ad un trasmettitore, compreso un modulatore di fase e l'oscillatore principale, e di una ricevente collegata all'elettronica e alla memoria dell'amplificatore.
La ricevente e il trasmettitore sono fatti funzionare e coordinare dal computer di bordo. Tutti i componenti del SAR, tranne l'antenna parabolica, sono condivisi dal radio altimetro. Il sistema lavora per cicli fra l'antenna SAR e l'antenna del radio altimetro ogni 0,3 secondi. Nel modo SAR, l'antenna trasmetterebbe una sequenza di 127 impulsi, ciascuna della durata di 1,54 microsecondi. Dopo la trasmissione, l'antenna viene commutata in (modalità) ricevente, la quale registra la riflessione degli impulsi del radar dalla superficie per un periodo di 3,9 millisecondi.
Dopo l'elaborazione a bordo con un sistema di controllo automatico digitale di guadagno, i risultati sono immagazzinati in una memoria ausiliaria fino a che l'immagine del radar viene completata. Ogni immagine del radar (una per l'orbita) copre una striscia della superficie di circa 120 chilometri in larghezza e 7.500 chilometri di lunghezza ed prende circa 16 minuti di tracciato. I dati allora sono trasferiti all'unità di immagazzinaggio dei dati digitali a bordo affinchè nella trasmissione successiva (siano spediti) a Terra. Le ampiezze dei segnali riflessi vengono processate (elaborate) sulla Terra per correggere gli effetti atmosferici, geometrici ed orbitali e darci (così) le immagini che rappresentano il pendio, la rugosità e l'emissività della superficie di Venere.

Le sonde spaziali Venera erano in orbite polari di Venere (con periodo di) 24 ore circa, con un'abside di 1.000 chilometri sopra il polo nord. Il tracciato del radar comincerebbe tipicamente ad una latitudine di 80° dal lato del polo e continuerebbe sopra il polo giù sino ad una latitudine di 30° Nord. Durante l'orbita, Venere ruoterebbe sul suo asse di 1.5°, in modo che il tracciato seguente comincerebbe parzialmente sovrapposto al precedente. Il tracciato prosegue per una rotazione completa di Venere e ha riguardato 115 milioni di chilometri quadrati, circa 25 per cento della superficie di Venere.

Radio altimetro
I sistemi radar (radio) altimetri di Venera 15 e 16 erano identici e sono stati usati per determinare la topografia della superficie di Venere dal polo nord sino circa alla latitudine 30° nord. L'altimetro è stato diretto verticalmente verso il basso ed operava nella banda di lunghezza d'onda degli 8 centimetri. Il sistema del radio altimetro consisteva di un'antenna parabolica a disco da un metro di diametro collegata a un trasmettitore, compreso un modulatore principale e un oscillatore di fase, e una ricevente collegata all'elettronica e alla memoria ausiliaria. Il ricevitore e il trasmettitore sono stati fatti funzionare e coordinati dal computer di bordo. Tutti i componenti dell'altimetro, tranne l'antenna a disco, sono condivisi dal radar ad apertura sintetica (SAR). Il sistema fa un ciclo fra l'antenna dell'altimetro e l'antenna SAR ogni 0,3 secondi.
In modalità altimetro, l'antenna trasmetterebbe una sequenza codice di 31 impulsi, ciascuno della durata 1,54 microsecondi. Dopo la trasmissione, l'antenna viene commutata in ricezione, la quale registra la riflessione degli impulsi del radar dalla superficie per un periodo di 0,67 millisecondi. Dopo che a bordo sono elaborati, i risultati sono immagazzinati in una memoria ausiliaria fino a che l'orbita viene completata. I dati sono allora trasferiti all'unità a bordo di immagazzinamento dei dati digitali per la successiva trasmissione a Terra. I dati sono processati sulla Terra per correggere gli effetti atmosferico, geometrico e orbitale e dare le altitudini della superficie di Venere.

Le misurazioni altimetriche sono state effettuate ogni 2,5 chilometri lungo il percorso di volo ed hanno avuto una risoluzione verticale di 230 metri. Durante l'orbita, Venere ruoterebbe sul suo asse di 1.5°, in modo che il successivo percordo altimetrico sia parzialmente sovrapposto al precedente. Le misure sono continuate per una rotazione completa di Venere e hanno riguardato 115 milioni di chilometri quadrati, circa 25% della superficie.

La scheda di Venera 16.

Vega 1 e 2 - Le sonde Vega furono lanciate il 15/12/1984 alle 09:16:24 UTC (Vega 1) e il 21/12/1984 alle 09:13:52 UTC (Vega 2) per studiare Venere e la cometa di Halley, utilizando il progetto base delle Venera, includendo landers e palloni atmosferici i quali rimandarono i dati per circa due giorni.
Vega 1 e 2 - The Vega probes to Venus and comet Halley launched in 1985 also used this basic Venera design, including landers but also atmospheric balloons which relayed data for about two days.


Bibliografia: ESA, NASA, History of Space Exploration, Wikipedia e altre fonti.

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Nel sito internet di Wikipedia c'è una pagina dedicata alle sonde spaziali che hanno esplorato il pianeta Venere.

Testo tradotto e integrato di ulteriori informazioni da Lucio Furlanetto.

Fotogallery d'immagini di Venere: http://nssdc.gsfc.nasa.gov/photo_gallery/photogallery-venus.html.


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Pagina caricata in rete: 23 febbraio 2006; ultimo aggiornamento (3°): 26 febbraio 2006